Certe volte anche i pesci sprofondano

Mi piacciono tanto
i cimiteri

sottoterra le persone sono come
cose che non ci sono più

sopra la terra le persone camminano
con passi di ghiaia
passi di gente che c’è
che pensa a gente che non c’è

la notte i loro pensieri
diventano lumini
incapaci di raccontare per davvero
chi erano quelli lì
però luccicano e stanno
dove i vivi non sanno stare

Se capiti un pomeriggio
in un cimitero di gente non tua
puoi guardare quelle facce
gli occhi di marmo di gente che non c’è più
le date di vita
le date di morte di gente che non c’è più

Le mie preferite
sono le fotografie ingiallite
che il colore se n’è già andato
come il dolore

La morte è un pensiero
che pensano solo i vivi
i morti non risorgono e non pensano
ma i cimiteri sono una terra di morti e vivi
quelli morti giù
quelli vivi su

Certe volte il mare
mi fa paura come la morte mi fa paura
inutile dire “ma no, ci sono i pescetti nel mare”
anche nel cimitero, se sei onesto,
ci sono i vermetti
ma il pensiero non ti tranquillizza, ammettilo.

Il mare è morto e vivo
Il cimitero anche.

Se tu il mare lo pensi
come quel posto dove vai con il materassino fucsia
non credo tu stia capendo
quel che c’è da capire.

Io quando nuoto nel mare
ho paura di quello che c’è sotto:
sotto è dove abitano i mostri marini
inutile negare l’esistenza dei mostri marini
anche se provi a convincermi non ti crederò

Mio nonno d’estate
prendeva l’innaffiatoio comunale del cimitero
e alzava e abbassava la pompa dell’acqua del cimitero
bagnava i vasi dei suoi morti
e anche quelli di certi morti
che i loro vivi non ci andavano più.

Mio nonno una volta
ha preso un teschio con le mani
da sotto la tomba di famiglia
l’ha preso con le mani senza guanti
ha detto che lì
c’era come un condominio
di ossa

Mio nonno era uno
che sapeva cosa c’era sotto
accendeva i lumini
bagnava i fiori
e non aveva paura dei morti
ma di morire sì.

Io ho paura di chi non ricorda
di chi guarda il mare come un luna park
io vorrei che nel posto dove sarò
morta e sepolta
ci sia uno come mio nonno
che va alle tombe
che spazza le foglie
che non ha paura delle ossa
e che sa.

Io da mio nonno al cimitero
non ci vado
vado ai cimiteri di gente altrui
a guardare le facce degli amori altrui
quelle dei miei amori morti
io non le so guardare

Forse un giorno
sarò una con l’innaffiatoio
che bagna i fiori dei morti suoi
che sa guardare le fotografie dei morti suoi
e smetterò di avere paura delle ossa
e smetterò di avere paura dei  mostri marini
ma spero di non smettere mai
di nuotare nel mare
dicendomi cose così:
che se ci pensi bene
il mare è come il cimitero
e che certe volte
anche i pesci sprofondano
poi però tornano su.


poesie

2 commenti su “Certe volte anche i pesci sprofondano

  1. Grazie Lasalamandra, l’immagine l’ho rubata da internet e mi son scordata di mettere i credits… ora non trovo la fonte e mi dispiaccio perchè piace molto anche a me.

  2. “Mio nonno d’estate
    prendeva l’innaffiatoio comunale del cimitero
    e alzava e abbassava la pompa dell’acqua del cimitero
    bagnava i vasi dei suoi morti
    e anche quelli di certi morti
    che i loro vivi non ci andavano più.”

    tutta.tantissimo. mi. piace.

    il mare
    i pesci
    i morti
    i vivi che spazzano
    le case dei morti
    le ossa.

    bella anche l’illustrazione. di chi è?

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