Un superpotere

Pensavo che.
Una cosa che ho imparato è: non vergognarmi del bisogno d’amore, di sentirmi unica e desiderata, in tutti i sensi e ambiti possibili.
Tutti vogliono essere amati, tutti.
Tutti vogliono essere apprezzati, tutti vogliono essere scelti per ciò che sono.
E tutti tutti, nessuno escluso, rispetto a questi bisogni (e a molti altri), è vulnerabile.
Così quando la mia vulnerabilità mi pare vergognosa, vado in giro, guardo la gente e penso.
La verduraia che ce l’ha sempre con tutti: vuole essere amata ed è vulnerabile.
Il barista fico che se la tira: vuole essere amato ed è vulnerabile.
Il prof delle superiori stronzo fascista che avevo, pure lui: vuole essere amato ed è vulnerabile.
Fassino, Appendino.
Il tuo collega che sa sempre tutto.
Il presidente della fondazione di sti cazzi.
Gli attivisti duri e puri.
I ribelli a parole.
Il poetone.
Tutti, nessuno escluso.
Per quanto si faccia finta, tutti ce ne andiamo in giro con la nostra vulnerabilità e i nostri bisogni.
E per quanto mi riguarda, saperlo, è un superpotere.


micronarrazioni

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