IL PROFUMIERE DA CHAT (post scientifico antropologgico sperimentale)

Bene signori e soprattutto signore, questo è un post molto importante di carattere antropologico, un piccolo compendio a seguito di studi approfonditi condotti sul campo con metodo sperimentale. Quel tipo di metodo denominato “bell’esperimento di merda, passerei ora ad altro”.
Voi sicuramente conoscete la categoria antropologica del PROFUMIERE, ebbene, c’è un nuovo esemplare, nato dalla involuzione della specie a seguito dell’interazione uomo-macchina. Si tratta del PROFUMIERE DA CHAT (da qui in poi PDC).
Ora, esistono due tipologie di PDC: quello passivo e quello attivo.
Sul primo, donne, non è che si può dire molto se non: oh, te lo sei andato a cercare tu, smettila e passa al prossimo. Senza giudizio eh? Chi di noi non si è fatta tentare dal CPDT (ci provo da tastiera). E’ tutta salute. Capita. Però devi accettare la possibilità della sola. Ritenta, non è detto che sarai più fortunata, ma tu ritenta, non si sa mai, poi magari, valuta anche l’interazione lontana dalla macchina.
Vorrei invece concentrare la mia attenzione sul secondo tipo, quello attivo.
Il PDC attivo ti cerca lui.
Ti chatta.
Tu eri lì che brucavi nel sereno prato dei cazzi tuoi e lui arriva e ti chatta.
All’inizio magari non te lo caghi, ma piano piano, il PDC s’insinua nelle tue sinapsi sfruttando il tuo istinto secondario di chattatrice. E una cosetta di qua, una frasetta di là, ecco che ti balena il pensiero “OH CHE PERSONA INTERESSANTE”, che sappiamo benissimo, lo so io, lo sai tu amica, che corrisponde a quando l’eroina del film horror chiaramente NON DEVE APRIRE QUELLA MALEDETTA PORTA O AFFITTARE QUELLA STUPIDA CASA INFESTATA DAI DEMONIETTI, ma lei, è l’eroina, lo fa, non può mica interrompere il film per le sue esigenze di autoconservazione. Ci mancherebbe.
E così, amica (ti ricordo, però che non sei l’eroina di un film horror), tu sei agganciata.
Inizia allora tutto uno scambio di facezie, arguzie, contenuti culturali, allusioni transavanguardistiche ma comunque allusioni…
Ora, devo dire che i miei esperimenti sono stati condotti sul PDC attivo intellectualis, ma credo che pure con il PDC attivo menocapoccionis sia più o meno uguale, il concetto è il medesimo.
Io mi infogno con i giochi di parole e le facezie, quell’altra su altri argomenti, fatto sta che eccoci lì agganciate. Ore e ore a chattare, inutile negarlo, lo fai pure tu amica che fai l’aria ingenua, lo fai pure tu.
Ora, dall’aggancio scatta la voglia del: vediamoci, tocchiamoci, vediamo se, facciamo cose, limoniamo.
E a quel punto eccolo lì.
Il profumiere inizia a erogare.
Tu non te ne accorgi, bella mia infognata di chatt, ma il tuo bel capoccetto inizia a veleggiare in una nube di nebbia odorosa.
Iniziano le frasi che boh. Lui lancia lì mezze cose su rapporti passati, essere in un periodo che…, accenni di crisi esistenziali, filosofie, è un periodo che non esco dalle 20,30 alle 21,30, stranezze incomprensibili (che si traducono, mie care, in altre femmine chattanti e flirtanti: Simone, Lucie, Annalise e certamente una temibile Valentina o Elisa con cui l’ometto ha una storia MALATISSIMA che tu in confronto sei la regina dei rapporti sani e appaganti, sì pure tu, amica, credimi).
Ecco, a questo punto arriva il primo dato certo del mio studio: amiche, non cercate di unire i puntini di questa vaporizzazione di parole, particelle di pensieri e che cazzo avrà voluto dire (a questo punto siete al consulto con le amiche, gli screenshot, le analisi dei messaggi pregressi, non neghiamo neppure questo, su, siamo fra colleghe). Il perché ve lo dico subito: il PDCA non vuole dire proprio un cazzo di niente. Il profumiere non è nelle vostre vite per generare frasi (e relazioni) di senso compiuto ma per vaporizzare una sostanza stupefacente potentissima: LA FUFFA!
Il PDCA è al mondo per vaporizzare FUFFA!
E cosa ci fate voi con la fuffa amiche?
Nulla.
Ci perdete il sonno. Bon.
La fuffa non puoi veramente farci nulla, non è che puoi regalarla, dividerla, mettertela, farci esperienze. La fuffa sta lì, sospesa, fuffeggia anche per settimane, mesi, anni. La fuffa è come la puzza nei cessi pubblici, quella sta lì e non se ne va, vi guarda dicendovi: Embè? E ha ragione, lei sta lì, è nel suo luogo naturale: siete voi che ve ne dovete andare!
Capito?
Levatevi da lì.
Fate altro, mozzatevi i polpastrelli appena il tempo necessario perché per lui possano digitare solo faccine, manine che salutano e ciao ciao.
Tornate a brucare nel verde praticello dei beati cazzi vostri dove tira aria buona, zero fuffa e un sacco di cose migliori per passare il vostro tempo.
Con stima.
Vostra affezionata ricercatrice.

(p.s. che vale anche al contrario, variante profumiera, ma io son donna, non posso sperimentare tutto io)


micronarrazioni

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