Piccoli deliziosi disagi quotidiani

Per esempio le mani. Una vive pensando molto poco alle sue mani. Cioè le mani tendenzialmente fanno ciò che devono fare e via. Ti accorgi di loro – nel senso che all’improvviso ti paiono ingombranti – quando per esempio sei su un palco, le prime volte, oppure quando sei in imbarazzo davanti ad altri, magari appena conosciuti, o a un appuntamento, il primo. In quei casi sei lì con queste mani che ti domandi: ma normalmente ho le mani? Dove stanno le mie mani? Ed è importante, molto importante, in quei casi, avere tasche o essere fumatori.
Poi a me capita anche di accorgermi delle mie mani a causa di un tipo di pigrizia speciale di cui soffro, appunto la pigrizia da roba in mano. Non so se capita anche a voi.
Per esempio, esci di casa, chiudi la porta a chiave e poi la chiave ti rimane in mano, così, per metri, chilometri, non la rimetti in borsa, ti destreggi fra cellulare, magari ombrello, ma nulla, chiave in mano. Perché? Pigrizia di mano. Non hai voglia, tu, pigra di mano, di muovere le tue mani per deporre l’oggetto che stringono.
Oppure, sali in auto o ti accomodi sulla poltrona del cinema e rimani così, con la tua borsetta in mano, tipicamente in una posizione da madamina, per un tempo indefinito, scomoda, senza però la voglia di muovere le mani per migliorare il tuo assetto nello spazio. Perché?
Pigrizia di mano.
Non credo da villano.
Ma comunque sciocchina, ecco, questo sì. Così sciocchina da deliziarmi. Non farò nulla per modificare questa mia pigrizia, se non scriverne. E bon.


micronarrazioni

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