Storie di una timida

Io normalmente, sui libri, ho la politica del non molestare nessuno perché legga ciò che ho scritto.
Certo, sono molto “social”, mando mail e inviti a eventi, ma poi rarissimamente mando mail a qualcuno dicendo “Hei tizio (leggi: scrittore, letterato, critico, redattore ecc) ho scritto questo, lo leggi? Se vuoi te ne faccio avere una copia”. Ho questa politica che penso “Se quello che scrivo vale qualcosa arriverà per vie sue a mani pensanti leggenti e apprezzanti”. Inoltre, sempre penso, non lo devo fare io, piuttosto l’editore.
Probabilmente sono cretina, ma odio invadere la gente e quindi tendenzialmente non lo faccio e se lo faccio lo faccio con persone che conosco bene e con cui c’è confidenza, oppure mi viene male di un male così imbarazzante che è meglio che io non lo faccia.
Le volte che l’ho fatto si possono contare sulle dita di una mano senza arrivare a 5.
Una di queste ha come protagonista Paolo Nori.
Vado a sentire una sua bella lettura.
Ora, sappiate che nella mia mente ci sono due voci: una (con accento piemontese) dice “non rompere i coglioni, non invadere il prossimo tuo, ricorda il primo comandamento sabaudi che è NON DISTURBARE”, la seconda (che chiameremo Pabblic relescion) dice “sei una demente, cosa ti costa allungare un libro, al massimo non lo legge, NON FARE LA PIEMONTESE”.
Niente, quel giorno vince Pablic relescion.
Così esco munita di libro mio. Ascolto il reading che è fichissimo, mi fermo a chiacchierare con Nori mentre Pablic relescion ci dà sotto (“Dagli ‘sto libro, cosa vuoi che succeda, sei una demente…” e altre piacevolezze del genere). Così decido sfinita che devo smollare il libro a Paolo Nori.
Farfuglio una cosa frantumata da cui si evince tutto il mio imbarazzo e disordine mentale ed estraggo dalla borsa…. rullo di tamburi: la cartina totale degli autobus di Roma (all’epoca ero a Roma) che consegno a Nori con un bel sorriso.
Nori guarda la cartina fra le sue mani, io guardo la cartina, voglio sprofondare nella terra, Pablic relescion dice “Ma che cazzo fai!”, farfuglio, ravano nella borsa, estraggo il libro e lo porgo a Nori che mi ridà indietro la mia cartina con aria più imbarazzata di me (ma credo anche un po’ divertita).
Me ne torno a casa con la mia cartina totale degli autobus di Roma e Pablic relescion che mi insulta.
E niente, m’è venuto in mente oggi pomeriggio.
Ve lo volevo raccontare.


micronarrazioni

2 commenti su “Storie di una timida

  1. Che buffo aneddoto :-)…se Paolo Nori non ha letto il tuo libro dopo questo, vuol dire che non ea la persona giusta per valorizzarti 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.