Parli

Questa è una delle poesie che ho scritto dopo la nascita di mio figlio Olmo. Sono poesie che custodisco con un riserbo un po’ speciale, ma ha anche un senso che stiano nel mondo. Ciao, poesie, andate. Adesso ne pubblico qualcunina qui. 

 

Parli

 

E adesso
abbiamo le parole.
 
Me le porti sulle gambe incerte
te le restituisco per benino
ti dico la parola per il mondo
la ripeto giusta, te la sistemo per il futuro
ma è la tua, storta, quella che dice
 
Ora sei arrivato qui
ti aspettavo da tempo
tu sei stato per me come: sospeso nel suono
 
E ora che ci sei
sento che frana, la mia
 
la parola cede al piccolo
e al grandissimo, qui
 
è più del silenzio
 
è dove sono stata
 
è il posto della poesia
 
è dove sei tu, ora
 
e fai le parole nuove

Novità in libreria…

Da oggi, in libreria “Io, Alice e il buio buio“, una creatura di luci, ombre, parole, figure e curiosità, un po’ mio, un po’ di Anna Castagnoli, un po’ di Emme edizioni e spero di molti e molte.

Per accompagnarlo in questo suo affaccio nel mondo, una poesia sul buio, che non è nel libro, ma nel percorso di parole, ricerche, immaginazioni ed esondazioni che sempre accompagnano la nascita di una storia.

Auguri libro, vai nel mondo pieno di curiosità!

La poesia del buio

Ho visto un buio che non sta mai solo:
è la mia ombra,
siamo sempre insieme,
la luce la sposta e la colora.

Ho visto un buio buissimo,
era dentro di me:
un buio triste
senza di te.

Ho visto un buio
che non mi ricordo niente!
Forse l’ho sognato…
stavo dormendo (beatamente).

Ho visto un buio con la coda,
un buio che correva,
un buio con gli occhi gialli,
un gatto che si chiama Eva.

Ho visto un buio tutto di mare,
faceva sciaf sciaf,
non stava mai fermo:
un buio che ti ci puoi bagnare.

Esiste un buio di cioccolata,
se lo apri non c’è più,
ma trovi un’altra cosa:
dentro l’uovo di Pasqua: la sorpresa.

Ho visto un buio fiore,
di petali nuovi, vicini vicini,
prima che la corolla si schiuda,
quando i fiori sono bambini.

Un buio arancia me lo so immaginare,
ma se lo sbucci cambia:
diventa arancione, a spicchi
e lo puoi mangiare!

C’è un piccolo buio in ogni cosa
buio che protegge e che riposa
ci son bui chiusi e bui aperti
buio che aspetta di esser scoperto.

Nodi spettinati

Quando i nodi vengono al pettine
quando i pettini vengono al nodo
non c’è santo che tenga
non c’è tenuta di santo
devi trovare il modo
devi sciogliere il nodo

Discomfort zone

 
Esiste un angolo della disperazione
è alla fine di una strada in discesa
rotolano lì il tutto inutile
i non c’è niente da fare
 

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Poenuove

Da qualche tempo, a partire dal progetto Inpoetica, sto vivendo alcune esperienze che mi portano ad ascoltare le storie degli altri e a riscriverne dei pezzetti in versi. Questo un testo che ho scritto per il Campus Omodeo, in Sardegna, a partire dal racconto di Sebastiano, un bimbo che mi ha raccontato di come fa il pane con la nonna e di quella volta che ha vinto a basket.

La trovate qui, accompagnata dalla stupenda illustrazione di Riccardo Atzeni.

Sebastiano mi racconta che fa il pane

Sebastiano impara
nel pane la radice
di tanto in tanto – mi dice
bisogna lavarsi con l’acqua le mani
poi corre e lancia forte il pallone

Ed è così che farà
per tracciarsi la via
aggrapparsi a qualcosa nel profondo
da qualcosa correre via

Alcune ipotesi sulla poesia #5

Ipotesi dell’ispirazione

Per fare una poesia devi aspettare
l’Ispirazione.

E cosa fare mentre aspetti?
(Puoi per esempio mettere a posto tutta la stanza, aiutare la mamma, andare a correre fuori, metterti a lavorare, crescere, invecchiare, conoscere una ragazza di nome Clara, studiare molto, dire alcune bugie, prendere un treno che va lontano, piangere, ridere, metterti di nascosto le dita nel naso, cantare una canzone che ti è rimasta in testa…)

Oppure, semplicemente,
la scrivi.

Quando viene l’Ispirazione
gliela leggi.

Alcune ipotesi sulla poesia #4

Ipotesi della metropolitana

Per fare una poesia serve un tavolo, una finestra
(per guardare fuori con aria ispirata)
un foglio e una penna
e zitti:
molto silenzio.

(Oppure una metropolitana
di pensieri
affollata
sotterranea
veloce
che ci sali quando vuoi
e non è detto
che sei solo
anzi sicuramente
c’è molto vociare
come nella vita
in generale).

Alcune ipotesi sulla poesia #2 e #3

Ipotesi della noia

Per fare una poesia
si prende un bambino
un po’ di noia
dei pensieri
spazio tempo libertà
poi però non si sa
se la scriverà
subito domani da grande
oppure mai.

Questo è il bello
delle cose preziose:
che non sai.

Ipotesi del pomeriggio

Per fare una poesia prendi un pomeriggio intero,
lungo e largo, tutto sprecato e inutile
un po’ stropicciato
(in un angolino piccolo è molto facile
che ci trovi una poesia,
ma non è detto che ci sia
né che qualcuno la veda).

Alcune ipotesi sulla poesia #1

Ipotesi dell’aspettare

Per fare una poesia
non si sa la ricetta:
si aspetta.

Ninne nanne per tutti i gusti

Sono molto felice di annunciarvi l’uscita di…

NINNIAMO, Ninne nanne per dire sogniamo
tradizionali e nuove ninne nanne: allopatiche, omeopatiche e olistiche

Ninniamo è la prima antologia che offre tanti spunti per ninne nanne nelle quali vengano esaltate le qualità terapeutiche del canto più antico del mondo usato per accompagnare i bimbi al sonno.

A questo libro ho contribuito con una ninna nanna inedita: versi che seguono un vento notturno e onirico che scompiglia il mondo diurno, portandolo in una dimensione onirica, scarmigliata, sottosopra; un luogo altro, che possiamo abitare dormendo, per poi tornare, al mattino, alle cose che amiamo. 

Insieme al mio, molti altri testi di autori che amo, inseriti in un progetto complesso.

Ecco di cosa si tratta:

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Ninna nanna rotonda

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