Gentile Signore,
il tuo sguardo
mi arriva addosso
alla fine di una giornata qualunque
mentre attraverso una strada anonima
diretta verso una meta senza importanza alcuna
in un’ora della mia vita
piuttosto priva di particolari interessi
per il mondo che mi circonda
e per i miei simili.
Sono piuttosto leggera
lo ammetto
in questa discreta banalità
certe volte, il vuoto, semplicemente,
mi va.
Nonostante le mie intenzioni
devo risultarle piuttosto attraente
perché il suo sguardo
mi grida d’improvviso
che io sono proprio una sorpresa
ora giunta appositamente per lei,
e mi fa capire, senza mezzi toni,
che ai suoi occhi io non sono affatto
una donna che passeggia per strada
quanto più un pacco dono
qui per lei.
Sono ancora i suoi occhi
ad aggiungere inequivocabilmente
che non mi è permesso di dissentire.
Perciò non dissento
né mi domando se il suo sguardo
mi offenda
ma io
lo schivo
e non posso fare a meno di sentire
che questa magia che fanno i suoi occhi
questa strana alchimia del suo sguardo
questo tramutarmi – mio malgrado –
in un pacco dono destinato a lei
non solo mi sorprende
ma ancor più mi spaventa.
Poi, sempre preda del suo guardare,
mentre mi interrogo
come considerare tutto ciò
mi si impone nella mente quella
cifra strabiliante
che va definendo
il numero di abitanti su questo pianeta
ed è allora
che decido
di praticare con lei, i suoi occhi e il suo sguardo
il gioco tutto umano
dell’indifferenza.
Beh… questo signore mi aveva fatto parecchio arrabbiare… ma l’ho talmente ignorato che ci ho scritto una poesia….!!!!
questa poesia suscita una sensazione calzinica sconosciuta finora, almeno per quanto consta alla mia percezione: incute timore…non saprei dire bene perchè, ma mi ha fatto questo effetto : – )