Sapere com’è sprofondare
dove le cose sono di pietra
dure come la malattia
anche se molto è morbido
il maglione di cashmere
il cuscino spesso del divano
sapere di essere stati lì
avere macchie negli occhi, sulle mani
Sentirsi vivi
quando tutto è fuori posto
niente nel frigo
niente che sia stato stirato
Tentare una fuga fuori città
sui treni gonfi di persone
cigolare tutti insieme sopra le rotaie
custodirsi come certi giocattoli vecchi
che hanno perso pezzi ma non il colore
giocarci sopra talmente tanta e vita
litigarsi la vittoria fare ancora una mano
Sapere che qualcosa cambia sempre
immaginarsi finché morte non ci separi
pensarti anche un po’ oltre quando
la molecola ti farà acqua di foglia
e ramo
Aggrapparsi al riso con violenza
fidarsi della radice quella grossa
amare forte da sgualcirsi
piangere nella terra senza ritegno
essere più saggi che felici
senza una mappa ma svoltare
mettersi in tasca un sasso tondo e scuro
cantarsi il dialetto la cantilena
dormirti addosso
parlare con i cani