Grande e piccola invasione

Ciao, questo post per dirvi che l’1, 2 e 3 giugno mi troverete alla Grande invasione con alcuni laboratori per grandi e piccoli:

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Nostra signora dei calzini (again) deluxe!

Signore e signori, sarò breve.
Son passati dieci anni dall’uscita di Nostra signora dei calzini.
Ecco che dunque facciamo la festa a questa ricorrenza. Nostra signora dei calzini, esce, a maggio, in una nuova edizione deluxe, per quei tipi dei tipi della Neo Edizioni.
Il 10, alla Luna’s Torta, per il salone off, facciamo la festa a questa sfacciata riedizione, insieme alle inseparabili e irrinunciabili Chiara Maritano e Donatella Gugliermetti.
Si festeggiano 10 anni, si legge, si calzina. 
Ovviamente insieme a voi!
Ditelo a tutti.
Alessandra Racca “Nostra Signora dei calzini” compie dieci anni

Sabato 7 Aprile a Torino

Uno spazio-abitazione dove tutto è bianco.
Oggetti nascosti da scoprire.
Poesia.
INPOETICA è un’installazione, una performance, un percorso di scoperta, un gioco, un reading, un’esperienza.
 
L’installazione che ospiterà Inpoetica sta prendendo forma.
Noi vi aspettiamo il 7 Aprile a Torino.
Tutte le info per partecipare qui:
 

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Nel boschetto della nostra poesia

Piccolo (e non esaustivo) bestiario delle forme di vita che popolano il piccolo e fitto boschetto degli appassionati/conoscitori di poesia:
– i sistematici: sanno tutto ciò che viene pubblicato, da chi, cosa è in preparazione e quali sono i posizionamenti del mondo editoriale. Collezionano, registrano, leggono tutto, sono geneticamente tassonomici;
– i muscolari: essi prendono innanzitutto posizione, con forza; la poesia è questo o non è questo; tizio è un genio, tizio fa cagare; odiano e amano senza grandi scale cromatiche intermedie, al massimo saltano dall’altra parte della barricata;
– gli esperienziali: la poesia è un mezzo, un viaggio; brucano di qua e di là, si specchiano e si indagano con la poesia; amano ciò che amano, che sia antico o contemporaneo, sono emotivamente postmoderni; 
– i solipsisti: amano la poesia più delle persone; detestano le occasioni pubbliche di condivisione della poesia; la poesia è un rifugio del quale fruire possibilmente in pochi, meglio se soli o poco accompagnati;
– gli alicinelpaesedellemeraviglie: amano taaaaaantissimo la poesia, l’arte, la beeeelleeeezza; alcuni li vorresti solo abbracciare, sono esseri speciali, altri ti domandi se ci sono o ci fanno: alcuni ci sono, alcuni ci fanno, ma questo vale anche per tutte le altre categorie;
– eccetera 
Tutte queste bestie, spesso, amano per davvero la poesia. Parlano lingue diverse, di frequente non si capiscono gli uni con gli altri. Alcuni sono di sesso femminile, altri di sesso maschile. Scrivono poesie, alcuni no. Hanno vite variegate, nevrosi, accenti, come tutti gli altri cercano un senso, un io sono, ipotizzano un sarò.

Storia d’amore

Incontrarti in primavera
farsi estate
radici, foglie e rami
stagioni.

Inpoetica again!

Mi piace, oggi che è l’8 marzo, annunciare la nuova tappa di un progetto che è nato, un anno fa dal sodalizio con una donna, un’amica e un’artista che stimo…

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Rime per l’incedere

Per ogni metro o sponda
per ciò che mi circonda
per il dentro, per il fuori
per le notti ed i chiarori
per il passo che si arresta
il ristoro della festa
per il margine, la via
per un tratto di euforia
per la perdita e il riaversi
per il modo di smarrirsi
per l’abbraccio e la malinconia
l’orizzonte, la scia e l’orma
per lo scintillio dell’onda
per la meta ed il traguardo
la direzione dello sguardo
per il luogo dell’incontro
sulla curva invisibile del mondo.

Specie

Ci sono specie animali
più feroci di me
a questo mondo:
ammiro nelle città, negli uffici 
dentro le case
zanne, artigli muscoli lucenti e velocità
tattiche di caccia e di sopravvivenza
la legge del più forte
la catena alimentare.

Poi, ma solo talvolta:
fragili, esposte creature
posare sul mondo
esistenze così gentili
mostrarmi, in un piccolo 
spostamento, una resistenza
un battito di ciglia o d’ali
la forza altra
l’altra possibilità 
di essere umani.

Fiori e poesie

Il mio amico David Zonta lavora con i fiori e poi, anche, ne scrive. Sa i fiori, sa le piante.

Io uso le parole e spesso, davvero spesso, con le parole cerco il mondo delle piante, per tante ragioni che stanno nelle metafore, nel mistero di ciò che vive, nei colori, nelle forme, in ciò che ci assomiglia ma è altro.

David ha creato sul suo blog una pagina dove fa dialogare fiori e poesie, piante e poeti.

La trovate qui, insieme alle mie ci sono poesie di Ivan Talarico e Guido Catalano

Buone letture.

Inizi

Ho iniziato a scrivere delle poesie che si intitolano, tutte insieme, così: Da dove iniziano le cose. 
Parlano di quando ti domandi, come fanno i bambini, da dove vengono le cose, di tutto, di un albero, del tuo letto, di una farfalla. Sono ragionamenti un po’ naïf, che mi diverte scrivere.
Questa è la prima.
La metto qui per iniziare l’anno. 
Buon inizio.

Le cose vive

Le cose vive iniziano spesso in luoghi di buio
sotto terra o fra le viscere
sono fragili e fortissime
non hanno coscienza di sé
hanno bisogno di tempo
e calore
l’amore non è sempre necessario
o forse, in qualche modo, sì.

Alcune ipotesi sulla poesia #5

Ipotesi dell’ispirazione

Per fare una poesia devi aspettare
l’Ispirazione.

E cosa fare mentre aspetti?
(Puoi per esempio mettere a posto tutta la stanza, aiutare la mamma, andare a correre fuori, metterti a lavorare, crescere, invecchiare, conoscere una ragazza di nome Clara, studiare molto, dire alcune bugie, prendere un treno che va lontano, piangere, ridere, metterti di nascosto le dita nel naso, cantare una canzone che ti è rimasta in testa…)

Oppure, semplicemente,
la scrivi.

Quando viene l’Ispirazione
gliela leggi.

Alcune ipotesi sulla poesia #4

Ipotesi della metropolitana

Per fare una poesia serve un tavolo, una finestra
(per guardare fuori con aria ispirata)
un foglio e una penna
e zitti:
molto silenzio.

(Oppure una metropolitana
di pensieri
affollata
sotterranea
veloce
che ci sali quando vuoi
e non è detto
che sei solo
anzi sicuramente
c’è molto vociare
come nella vita
in generale).

Alcune ipotesi sulla poesia #2 e #3

Ipotesi della noia

Per fare una poesia
si prende un bambino
un po’ di noia
dei pensieri
spazio tempo libertà
poi però non si sa
se la scriverà
subito domani da grande
oppure mai.

Questo è il bello
delle cose preziose:
che non sai.

Ipotesi del pomeriggio

Per fare una poesia prendi un pomeriggio intero,
lungo e largo, tutto sprecato e inutile
un po’ stropicciato
(in un angolino piccolo è molto facile
che ci trovi una poesia,
ma non è detto che ci sia
né che qualcuno la veda).

Alcune ipotesi sulla poesia #1

Ipotesi dell’aspettare

Per fare una poesia
non si sa la ricetta:
si aspetta.

Una poesia di Natale

È natale e qui non ci sono
fedi o bambini 
si sta così, adulti e vicini
a ridire certe forme d’amore

Da loro ho imparato 
il gioco e l’estro, 
tentare di fare
nuove le cose – e forse migliori

Siamo gente che si guarda addosso 
con benevolenza – e verso il mondo pure
mi hanno insegnato a non fare il rancore

Sarà ingenuità ma lo scelgo
è radice
e mi va bene

Da loro ho imparato 
a cercare il riso e la maniera
di fare la festa
che è poi soprattutto un modo 
di stare nel tempo:
guadare la morte
cercarsi l’amore
di stare vicino.

Internescionale

Volevo farlo da tempo e finalmente l’ho fatto: in questa pagina potete trovare alcune poesie tradotte in inglese e spagnolo che so non potrete trattenervi dal mandare ai vostri amici e parenti in tutto il globo terracqueo.

Grazie a chi ha lavorato a questi testi!

 

 

Refest

Vi racconto una cosa bella in questo martedì gelido.
Domenica parto per Sarajevo per la prima parte di una residenza artistica. C’era questa cosa strana, un bando per poeti, mi sono bandizzata – grazie al mio amico Paolino aka Paolo Agrati, che mi ha detto: partecipa! – e mi hanno selezionata. 
Il progetto si intitola Refest – Images and Words on refugees routes – Immagini e Parole sui percorsi dei rifugiati, si tratta di un progetto europeo. Il partner italiano è Passaggi Festival.

Sono molto curiosa e felice.
Vi racconterò.
Adesso tisana.

Nuovo corso in vista

Oooops! I did it again!

Torna il corso Scrivere short.
Per logorroici ma anche stitici della parola scritta, per andiamoalsodisti, curiosisti, postisti, lunghisti, eccessivisti… Insomma: per chiunque voglia allenare il muscolo della brevità.
Qando? Da gennaio
Dove? Da Zandegù. Uh! (Torino)
(Mi dice la regia che c’è lo scontissimo per chi si iscrive entro Natale e se ci pensi bene è anche un corso che puoi regalare)
 

Entusiasmati!

Se dal giorno dei morti

Se dal giorno dei morti
qualcuno mi venisse a cercare
non credo vorrei sapere nulla
del Mistero
ma solo stare, direi, come stavamo
per quanto si può 
vicini
senza ben capire.

Un attimo d’infanzia 
di luce, di corpo, di un fare qualunque, mattutino
tu che dici Guarda
qualcosa in cortile
stare lì appaiati e vivi
senza sapere di morire.

Ninne nanne per tutti i gusti

Sono molto felice di annunciarvi l’uscita di…

NINNIAMO, Ninne nanne per dire sogniamo
tradizionali e nuove ninne nanne: allopatiche, omeopatiche e olistiche

Ninniamo è la prima antologia che offre tanti spunti per ninne nanne nelle quali vengano esaltate le qualità terapeutiche del canto più antico del mondo usato per accompagnare i bimbi al sonno.

A questo libro ho contribuito con una ninna nanna inedita: versi che seguono un vento notturno e onirico che scompiglia il mondo diurno, portandolo in una dimensione onirica, scarmigliata, sottosopra; un luogo altro, che possiamo abitare dormendo, per poi tornare, al mattino, alle cose che amiamo. 

Insieme al mio, molti altri testi di autori che amo, inseriti in un progetto complesso.

Ecco di cosa si tratta:

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Ho scoperto che….

…a quanto pare sono viva.

Qui ne trovate le prove:

Gea

Grazie a I poeti sono vivi.  Seguite questo blog, che è bello assai, una poesia al giorno toglie la ruggine dal cervello di torno.

Su Poesie antirughe

Un libro che ho scritto qualche anno fa, ma al quale voglio ancora bene assai.

Una recensione nuova nuova. 

Grazie a Cultweek e a Fabio Nicastro.

Plin plon

Plin plon, comunicazione di servizio.

Volevo dirvi che Sabato 30 Settembre, dalle 16 alle 16,45 presenterò il nuovo corso di scrittura creativa in versi che terrò da Ottobre alla Scuola Holden, Dare corpo alla poesia.

C’è un calendario ricco di incontri.

Venite a curiosare, a salutare, a sbirciare, a farvi un’idea, a.

Io ci sono!

p.s. Qui trovate il calendario appuntamenti in aggiornamento. E per sapere tutto, potete iscrivervi alla newsletter

Plin plon.

Versi minchioni dedicati a chi non si arrende. Buon lunedì, combattenti della bella stagione!

Settembre e quei cieli
di latte condensato
il primo freddo nelle ossa
e la sensazione di dovere

Verranno i gialli e i rossi
e le luci intermittenti nelle strade

Per ora ti domandi
se una maglia o due
o se, decisamente, 
la giacca autunnale
ma su una cosa il dubbio non si pone:
non cedere, non oggi, alla ragionevolezza delle calze
non molleggiare nel tepore che imprigiona.

Così riconosci per strada i simili, i pari
intirizziti e fieri:
Libertà! Gridano le dita, smaltate rosse, sanguigne,
Rivoluzione!

Vale pure un po’ di freddo ai piedi
la difesa a oltranza
della bella stagione.