Che qualcosa scappa sempre
la pipì
una frase
il coraggio
l’attenzione
il filo
anche solo il tram
Se si potesse fare
io vorrei che qualcuno
mi seguisse
a raccogliere
riprendere
riportare
quel che perdo per strada
che lascio cadere,
così
come un lavandino rotto
un carro troppo pieno
o come una che va in giro
prendendosi il lusso
di stare col naso in su
come per i bambini
che gettano le scarpe
dal passeggino,
così mi ci vorrebbe una tata
un cane fedele
un maggiordomo
o una madre
magari la mia, con quella sua frase:
“non sono mica la tua cameriera”
– che a diciassette anni è affermazione che legittima il matricidio
a trent’anni se hai una madre sufficientemente lontana
è frase da malinconia
la cui tolleranza è sintomo di adultità piena e conclamata;
mio padre non lo includo nella lista
che direbbe: “te l’avevo detto io”
e quelle son frasi che non si tollerano
nemmeno a centotre anni, lui, settantacinqe voi –
comunque sia,
a me ci vorrebbe
qualcuno che mi raccolga i resti
che ho una paura folle
di questi tempi
di perdere quei pezzi che poi
il puzzle non lo finisci più
E se stai per dire quelle stronzate tipo:
“ho imparato che tutto quello che ho perso
andava perso”
guardati allo specchio
e se hai meno di settant’anni
abbi il coraggio di ammettere
che frasi così si dicono
solo per non sentire
la paura che fa
mettere quel piede
dietro a quell’altro
andare avanti
anche senza stringere i denti
che non si capisce perché
bisogna anche rovinarsi la dentatura
mentre si fatica
andare avanti, dicevo,
e ripetersi
“dopotutto domani è un altro giorno”
cercando di sembrare una Rossella O’Hara
sufficientemente stronza
da meritare
un Clark capace di dire
con tutto quello stile
se poi pensate
che io abbia iniziato
a scrivere questa non-poesia
e poi mi sia persa quel che volevo dire
avete ragione
il che però non fa che dimostrare
che continuamente
vado perdendo
il filo
l’attenzione
e stanotte anche l’ultimo tram.
Procederò a piedi
casomai mi capitasse
di trovare qualcosa
che è stato perso:
lo faccio mio
e mi dico
che son fortunata
e che se non perdevo il tram
non avrei mai trovato
quella cosa lì.
E se per caso vi state chiedendo cosa
io abbia trovato
facciamo che si tratta di una canzone,
quella dove Ornella Vanoni
se la intendeva con Rossella,
poi
camminiamo
e giochiamo che quel che si perde si perde
e anche se mio papà “me l’aveva detto”
vedrò di sbagliare a modo mio
che mi viene piuttosto naturale
e quando uno ha una dote
è un peccato perderla così
per pura ribellione.
Per questa poesia si ringraziano
mia madre
mio padre
rossella o’hara
clark gable
ornella vanoni
il tram