Rossella, Ornella (you tube) e me.

Che qualcosa scappa sempre

la pipì

una frase

il coraggio

l’attenzione

il filo

anche solo il tram

 

Se si potesse fare

io vorrei che qualcuno

mi seguisse

a raccogliere

riprendere

riportare

quel che perdo per strada

che lascio cadere,

così

come un lavandino rotto

un carro troppo pieno

o come una che va in giro

prendendosi il lusso

di stare col naso in su

 

 

come per i bambini

che gettano le scarpe

dal passeggino,

così mi ci vorrebbe una tata

un cane fedele

un maggiordomo

o una madre

magari la mia, con quella sua frase:

“non sono mica la tua cameriera”

    – che a diciassette anni è affermazione che legittima il matricidio

       a trent’anni se hai una madre sufficientemente lontana

       è frase da malinconia

       la cui tolleranza è sintomo di adultità piena e conclamata;

       mio padre non lo includo nella lista

       che direbbe: “te l’avevo detto io”

       e quelle son frasi che non si tollerano

       nemmeno a centotre anni, lui, settantacinqe voi –

 

comunque sia,

a me ci vorrebbe

qualcuno che mi raccolga i resti

che ho una paura folle

di questi tempi

di perdere quei pezzi che poi

il puzzle non lo finisci più

 

E se stai per dire quelle stronzate tipo:

“ho imparato che tutto quello che ho perso

andava perso”

guardati allo specchio

e se hai meno di settant’anni

abbi il coraggio di ammettere

che frasi così si dicono

solo per non sentire

la paura che fa

 

mettere quel piede

dietro a quell’altro

andare avanti

anche senza stringere i denti

   che non si capisce perché

   bisogna anche rovinarsi la dentatura

   mentre si fatica

andare avanti, dicevo,

e ripetersi

dopotutto domani è un altro giorno

cercando di sembrare una Rossella O’Hara

sufficientemente stronza

da meritare

un Clark capace di dire

francamente me ne infischio” 

con tutto quello stile

 

se poi pensate

che io abbia iniziato

a scrivere questa non-poesia

e poi mi sia persa quel che volevo dire

avete ragione

il che però non fa che dimostrare

che continuamente

vado perdendo

il filo

l’attenzione

e stanotte anche l’ultimo tram.

 

Procederò a piedi

casomai mi capitasse

di trovare qualcosa

che è stato perso:

lo faccio mio

e mi dico

che son fortunata

e che se non perdevo il tram

non avrei mai trovato

quella cosa lì.

 

E se per caso vi state chiedendo cosa

io abbia trovato

facciamo che si tratta di una canzone,

quella dove Ornella Vanoni

se la intendeva con Rossella,

cantatela insieme a me

poi

camminiamo

e giochiamo che quel che si perde si perde

e anche se mio papà “me l’aveva detto”

vedrò di sbagliare a modo mio

che mi viene piuttosto naturale

e quando uno ha una dote

è un peccato perderla così

per pura ribellione.

 

 

Per questa poesia si ringraziano

mia madre

mio padre

rossella o’hara

clark gable

ornella vanoni 

il tram