Mappa

A trent’anni

la mia faccia è una mappa

ben disegnata

di fatti accaduti

e pianti

e smorfie

e quell’espressione tipica

di quando vorrei capire di più.

.

Dalla fronte al mento

c’è già una buona viabilità:

statali, provinciali, comunali,

viali intitolati a gente morta e viva,

passaggi segreti

speculazioni autostradali, ponti,

crolli strutturali

e una vecchia mulattiera scavata nei ricordi

e perfino certi sentieri di delizie

che vorrei segnalare (oltre che ad un buon amante)

al CAI.

.

Ma le mie preferite

sono quelle vie tortuose,

di cui già si vede l’inizio e che poi curvano strane

e si inerpicano così minuscole e indecise

e s’infilano chissà per dove

e chissà verso che cosa o chi

e quasi mi vien voglia, quasi,

d’invecchiare in fretta

di farmi d’improvviso antica e rugosa

per vedere dove sbucano certe salite

dove finisce questa strada senza nome

dove porterà.

.

Quasi mi vien voglia, quasi.

.

Ma credo che, tutto sommato,

in compagnia di una buona crema antirughe,

mi perderò su questa faccia

per tutto il tempo che ci vorrà.