Alla gente quando gli viene la febbre, quella se ne sta a letto e cova. Io covo ma la mia testa non mi lascia stare. Così ora scrivo e poi dopo spero che la mia testa mi lasci stare a covare e dormire e guardare robaccia in tv.
Ho scritto due poesie (più appartenenti al genere di quelle che io chiamo delle non-poesie o anche poesie-cianfrusaglie), finiscono entrambe con la parola felice… ora ve le schiaffo qua sotto.
La prima è una poesia che riguarda il mio stato febbrile.
La seconda inaugura una nuova era che chiameremo delle poesie-cianfrusaglie su prenotazione.
Voi, se vi va, ordinate e io, se mi va, confeziono poesie ad hoc per voi.
Questa qui è dedicata a M. (e anche un po‘ a S.) che me l’ha commissionata.
Etciù!
Son malata e ho la febbre.
Da bambina, la febbre era bella
potevo guardare le cose
per ore
in tivù.
Ora diligentemente tossisco
e mi curo
che devo tornare al lavoro
fare cose
vedere gente
la tivù mi fa schifo.
Vorrei avere Sky.
.
Questa però
è una febbre diversa:
questa è Febbre d’amore
che son malata di te
che tu sei il mio morbo
che prima ch’eri un morbo buono
mi hai infiammata
di febbre
e di brividi
e di visioni,
poi, da quando sei diventato un morbo cattivo,
mi hai messo addosso
dolori e tossori
e muco
molto muco.
.
Così io ti espello
col febbrone
e quando sarò guarita
non m’infetterai più
avrò gli anticorpi scaltri
e saprò riconoscere
i morbi come te.
.
Mi piace, sai,
questa Febbre d’amore:
ho una testa di tivù
e io e te ci chiamiamo
Victor e Hope
Nick e Sharon
Ryan e Nina
Poul e April
Katherine e Rex
Ashley e Blade
e io ho una pettinatura
anni ottanta
e tu un bel paio di baffi
e diciamo ogni tipo di
sdolcineria
e ci succedono cose pazzesche
tu hai un figlio clandestino
io un vecchio amore
che tornerà a tormentarmi
viviamo in case di lusso
io sono cieca
tu ricco
io sono ricca
tu povero
abbiamo segreti
e passati torbidi
e piscine
e quando tu dici
“Ti amo”
la signora Marina, da casa, s’indigna
e dice alla tivù
nel suo salotto dice
“Ashley, Ashley
non credergli,
non credere a quel poco di buono”.
Ma io son Ashley
e per fare ascolto devo
devo scuotere la mia chioma
bionda mesciata
farmi fare le peggio nefendezze
da te che sei Blade
poi devo scoprire che sei un fesso
– magari non fesso ma malandrino –
ammalarmi di Febbre d’amore
guarire
e trovare un altro
che piaccia alla signora Marina
e a me.
.
Signora Marina,
glielo prometto,
quando sarò guarita,
quando l’avrò trovato,
vengo da lei
ci beviamo il té
guardiamo Febbre d’amore
e parliamo di Ashley
e di quanto vorremmo tanto
che fosse felice.
Da Poesie antirughe, NEO. edizioni