Mi sono imbattuta su Amazon nella recensione che qualcuno ha lasciato sul libro Io, Alice e il buio buio. Ne estrapolo il pezzettino che mi ha colpita: “Si tratta di un regalo per due bimbi di 5 anni. Ho letto la storia e tranne un paio di parole difficili, tutto il resto è facilmente comprensibile”.
Ecco, questa cosa delle parole difficili mi colpisce sempre. Fermo il fatto che è chiaro che una narrazione per bambini deve essere per loro comprensibile (giuro che non sto facendo polemica sulla recensione, anzi, è proprio una riflessione, questa, mia), io vorrei spezzare una lancia a favore delle “parole difficili”. Per me, l’inciampo in parole che non conoscevo, nella lettura, soprattutto da bambina, è stato un mondo di fascinazione. Me lo ricordo molto bene. Essere ammaliata del suono, dalla forma non familiare della parola, rigirarsi il vocabolo nella testa e immaginare i significati possibili. Cercare di desumere il cosa vuol dire dal testo, senza chiedere a nessuno, rotolarmi nell’alone di una parola. A me piaceva da pazzi. E mi piace tuttora
Sono strana io?
Forse.
Però non sapere è il preludio necessario al sapere. Se non si incontrano mai parole difficili, come si fa a farle proprie? Se non si impara (e non si insegna) ad amare la propria non conoscenza come possibilità di scoperta, come si fa a procedere nel conoscere?
Secondo me parole difficili, qua e là, sono pepite d’oro per i bambini e non solo.
Guardo il mio minuscolo figlio, penso a tutte le cose che non sa e pregusto il piacere di accompagnarlo in questa scoperta. Aprire con lui una parola che non conosce e mostrargli cosa c’è dentro: io non vedo l’ora. Gli auguro una vita disseminata di parole difficili. Sbaglio?
Da oggi, in libreria “Io, Alice e il buio buio“, una creatura di luci, ombre, parole, figure e curiosità, un po’ mio, un po’ di Anna Castagnoli, un po’ di Emme edizioni e spero di molti e molte.
Per accompagnarlo in questo suo affaccio nel mondo, una poesia sul buio, che non è nel libro, ma nel percorso di parole, ricerche, immaginazioni ed esondazioni che sempre accompagnano la nascita di una storia.
Auguri libro, vai nel mondo pieno di curiosità!
La poesia del buio
Ho visto un buio che non sta mai solo:
è la mia ombra,
siamo sempre insieme,
la luce la sposta e la colora.
Ho visto un buio buissimo,
era dentro di me:
un buio triste
senza di te.
Ho visto un buio
che non mi ricordo niente!
Forse l’ho sognato…
stavo dormendo (beatamente).
Ho visto un buio con la coda,
un buio che correva,
un buio con gli occhi gialli,
un gatto che si chiama Eva.
Ho visto un buio tutto di mare,
faceva sciaf sciaf,
non stava mai fermo:
un buio che ti ci puoi bagnare.
Esiste un buio di cioccolata,
se lo apri non c’è più,
ma trovi un’altra cosa:
dentro l’uovo di Pasqua: la sorpresa.
Ho visto un buio fiore,
di petali nuovi, vicini vicini,
prima che la corolla si schiuda,
quando i fiori sono bambini.
Un buio arancia me lo so immaginare,
ma se lo sbucci cambia:
diventa arancione, a spicchi
e lo puoi mangiare!
C’è un piccolo buio in ogni cosa
buio che protegge e che riposa
ci son bui chiusi e bui aperti
buio che aspetta di esser scoperto.