La mia ansia contiene un festival

Aprile è il mese più crudele, scriveva Eliot, Settembre, molto più prosaicamente per me, è il mese più ansiogeno.

Questo settembre 2021, contiene ansia, sì, ma anche per cose belle. 

Quello che vi racconto qui è anche la realizzazione di un desiderio che è in me da tanto: portare a Torino le finali di poetry slam. Quando abbiamo iniziato a lavorare per realizzare questo progetto, noi Atti impuri e gli amici di Amalgama con i quali stiamo affrontando questa avventura, il Covid ci ha messo lo zampone. Sono seguiti due anni di lavoro, posticipi, tante difficoltà, riprogettazione. 
 
Ora ci siamo, Metronimie c’è. Abbiamo fatto nascere piccolo festival che accoglie, per questa prima edizione, il poetry slam nazionale della Lips, con 21 slammers selezionati in tutta la penisola, 3 semifinali e una finalissima nazionale. Poi talk, un laboratorio, un ospite specialissimo come Roberto Mercadini, una performance, presentazioni di libri… insomma, nei primi progetti c’era di più, abbiamo dovuto ridimensionare durata, proposte, ospiti, ma ci siamo. Il tempo degli occhi negli occhi, dei corpi e della poesia dal vivo, finalmente, è arrivato. Le finali stanno per realizzarsi a Torino, con il loro carico di cose belle.
 
Quindi venite, sosteneteci, partecipate. Il poetry slam è proprio questo: partecipazione!
Si inizia sabato, l’11, da Tomato, alle 19. In collaborazione con Pagina37 e Miraggi, giochiamo a Cosa c’è a pagina 37?, è un’occasione per iniziare ad ascoltare le voci dei performer, vi raccontiamo il programma e stiamo insieme.
 
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, tranne dove segnalato, fino ad esaurimento posti e previa registrazione.
Qui trovate il programma generale con tutti i link per prenotarvi agli eventi.
Qui il programma

Bestiacce e variazione date

Come vi avevo scritto, è in partenza alla Scuola Holden un nuovo percorso di scrittura. Ma la diffusione del kattivissimo Coronavirus (rompiballe e appiccicoso) ci impone prudenza, quindi la data di inizio del corso è spostata e il calendario variato rispetto a quanto precedentemente comunicato.

Qui trovate tutte le date nuove nuovissime. 

Sperando che queste bestiacce, nel frattempo, si facciano una vita loro e smettano di interferire con la nostra.

Nuovo laboratorio! Da marzo alla Scuola Holden

Come ogni anno, da qualche anno, la Scuola Holden accoglie i miei laboratori. Quest’anno inauguriamo una novità, il percorso di scrittura in versi non sarà in orario serale, ma sarà concentrato in 4 weekend intensivi, una volta al mese, da marzo a giugno. Il laboratorio si intitola OLTRE LA SUPERFICIE DELLE COSE e qui sotto vi racconto di che si tratta. Tutte le info per iscriversi, sono qui, cliccate e saprete tutto.

Passaparola 🙂

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Chissà se avrà i miei occhi

Tempo fa ho scritto una poesia alla quale sono più che affezionata. Si intitola Mia madre è un fiore abusivo, parla di mia madre e di come, talvolta, scopriamo in noi parti sorprendenti dei nostri genitori. E’ stata pubblicata per la prima volta in L’amore non si cura con la citrosodina dalla Neo Edizioni
Ora Elena Carrano l’ha scelta e inserita in un’antologia da poco uscita per la Clementoni. 
Il libro si intitola Chissà se avrai i miei occhi ed è dedicato a chi attende l’arrivo di un figlio o di una figlia. Lo trovate in libreria.
La poesia, invece, eccola qua.

Mia mamma è un fiore abusivo

Ah mamma, come mi spunti!
Come faccio a nasconderti ora
che ti sei infilata perfino
nel modo in cui porto alla faccia
le mani, storte all’indice – come le tue
ossa costole che spuntano fuori
evidenze e d’improvviso
voglio sapere i nomi delle piante
con l’aria frivola che è tua
quando domandi al mercato
Quanto la devo innaffiare?
e tramesto vasi e gelsomini e bulbi
arrampicata per aggrappare
foglie e rami al nido
guarda come sto in bilico
sfidando scale e basse stature
per far germogliare
la parete di casa (e la vita)
ed io che ti dicevo Ma fai attenzione
non rischiare il collo per un addobbo!
Tu mi spunti mamma
come fiore di un seme portato dal vento
nel vaso che era di basilico e ora
è carico di petali abusivi e spavaldi
e a me che sempre hanno detto
come somiglio a papà
stupisco di questa fioritura
l’indipendenza, mamma, l’essere me
è scoprirti dentro i miei bicchieri rotti
e disordini e pasticci
tenerti finalmente qui
non avere più paura
d’essere tutta.

Libri

Ciao, ecco qualche news libresca:

è in libreria per Avagliano Editore editore “Una stanza tutta per loro” a cura di Alessio Romano e Ale Di Blasio,  un racconto, tra parole e immagini, attraverso la vita e le memorie di cinquantuno scrittrici italiane, a partire dal luogo che prediligono per scrivere

e poi esce oggi per LaVitafelice l’antologia Matrilineare, madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi, a cura di Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster e Anna Maria Robustelli. Un percorso interessante composto da molte voci in poesia.

Fra le altre, in entrambi i libri, ci sono anche io.

Scrivere short a Verbania il 9 dicembre

Scrivere short, il workshop sulle scritture brevi, si sposta. A dicembre sarò ospite di Cristina Savi, on line con il nuovissimo blog Imperfect.

Qui la storia del nostro buffo incontro, fatta da lei e completa di foto di e che faccio una delle mie tipiche facciazze mentre parlo (e parlo e parlo…).

Qui e qui invece tutti i dettagli sul corso e su come iscriversi per dedicarsi una domenica di scritture… anzichè di stress da regali.

Discomfort zone

 
Esiste un angolo della disperazione
è alla fine di una strada in discesa
rotolano lì il tutto inutile
i non c’è niente da fare
 

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Torna il laboratorio per poeti mannari alla Scuola Holden

Da qualche anno tengo a Torino alla Scuola Holden un laboratorio di scritture in versi. Anche quest’anno lo riproponiamo. Per tutti i poeti mannari che vogliono uno spazio da dedicare al leggere, al riflettere e allo scrivere. 

Se volete capire che cosa intendo per “poeta mannaro” e per saperne di più cliccate qui..

Fare amicizia

 

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In portoghese

Sono molto felice perché alcune mie poesie sono state tradotte in portoghese e inserite nel numero 3 della rivista di poesia contemporanea NERVO.

Per ricevere Nervo: nervo.colectivodepoesia@gmail.com

Qui nell’immagine la bellissima copertina.
 

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Iter, laboratori nelle scuole di Torino

“Il gioco è l’arte dei bambini, l’arte è il gioco degli adulti”: parto da una citazione di Maria Lai per dirvi che alcuni dei corsi che propongo per le scuole sono stati selezionati e inseriti nel catalogo Crescere in città di Iter della Città di Torino. È il frutto di un lavoro con ACMOS, che ringrazio molto e con Daniela Rosas di IF life design
Ecco i titoli e i link:
Io e molti altri: un puzzle, primaria 
Scrivere short: creatività come alternativa all’odio, primaria e secondaria
Poesie dal mondo, primaria e secondaria
Corpo poetico, primaria e secondaria
Sono capace?, primaria e secondaria
Ringrazio chi lo farà sapere a insegnanti e genitori!

Per prenotare le attività c’è tempo fino al 12 ottobre compilando  il modulo che si trova qui.

Inpoetica again!

Mi piace, oggi che è l’8 marzo, annunciare la nuova tappa di un progetto che è nato, un anno fa dal sodalizio con una donna, un’amica e un’artista che stimo…

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Inizi

Ho iniziato a scrivere delle poesie che si intitolano, tutte insieme, così: Da dove iniziano le cose. 
Parlano di quando ti domandi, come fanno i bambini, da dove vengono le cose, di tutto, di un albero, del tuo letto, di una farfalla. Sono ragionamenti un po’ naïf, che mi diverte scrivere.
Questa è la prima.
La metto qui per iniziare l’anno. 
Buon inizio.

Le cose vive

Le cose vive iniziano spesso in luoghi di buio
sotto terra o fra le viscere
sono fragili e fortissime
non hanno coscienza di sé
hanno bisogno di tempo
e calore
l’amore non è sempre necessario
o forse, in qualche modo, sì.

Novità di fine agosto

Novità di fine agosto. 
La saggezza delle cose mobili.
Nuove poesie per un nuovo libretto stampato a caratteri mobili da Paolo Celotto per il progetto Neldubbiostampo – tipografia filopoetica 
80 copie numerate.
(Lo vuoi tantissimo? Scrivimi: signoradeicalzini@gmail.com oppure clikka qui)

Intanto, ecco come nasce un libro così… Non è bellissimo?

Waking up to Billie Holiday

Sarà che sto guardando serie in inglese a manetta, sarà che mi sveglio ascoltando Billie Holiday, sarà che per me, ho deciso, è primavera, ma oggi mi è venuto fuori questo robo qui. Ho giochicchiato con la lingua inglese. Chiedo scusa ai madrelingua, a chi conosce la metrica anglofona, a chi, l’inglese, lo sa, ma fare questi giochetti mi diverte. Un grazie a Alex Valente che ha corretto le mie bestialità.
E infine: più Billie Holiday per tutti!

Waking up to Billie Holiday

I want a white rose in my hair
I want your words in my ear
a blanket on the meadow
to look out of the window
a man that loves my back when I sleep
a hand that touches me so deep
an afternoon with nothing to do
I want to want you
to be in love with everyone and no-one
a silly dream, I know, but fun
I want my mind to have a spotless light
and something that flies and my own height
a prayer on a sunny day
a place where I love to stay
I want all my favorite things
I want an hour of Spring

Sull’inesistente opposizione fra poesia scritta e poesia orale

C’è un fuori
c’è un dentro.

Ovunque sento.

Si parte

Vi do una buona notizia (per me 😊) di domenica mattina, ché ho avuto un periodo un po’ così ed ho bisogno di dare notizie buone di domenica mattina. Il primo marzo parto per la Spagna per venti giorni. La Biblioteca civica di Cologno Monzese mi ha coinvolta in questo progetto bellissimo. Lavorerò con artisti italiani, francesi, spagnoli e portoghesi sul nostro modo di fare poesia e lo spettacolo che ne nascerà farà una tappa in ognuno di questi 4 paesi. È una cosa molto bella e ringrazio chi ha pensato di coinvolgermi. Preparativi fervono.

Olè!
Maratón de Cuentos de Guadalajara

Sbronze poetiche con Alcolibri

E per la serie ‪#‎facciocose‬ ‪#‎dicocose‬ ‪#‎eveleposto‬ ecco qui un’intervista con domande di Alcolibri Anonimi e risposte della sottoscritta a proposito di come è nato ‪Consiglidivolo per bipedi pesanti e alcuni perché e percome del mio modo di scrivere e intendere la poesia.
E poi anche anche un video dove leggo una poesia.


Quindi ‪#‎faccioanchevideo‬ ‪#‎eveliposto‬
Grazie ad Alcolibri.

Un libro nuovo!

Ciao, volevo dirvi una cosa semplice: ho scritto un libro nuovo.

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Eventi di Gennaio 2016

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Eventi di dicembre 2015

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Ho deciso, tengo un laboratorio

Dopo lunghe elocubrazioni ho messo a punto alcune idee e quindi il 22 Novembre, a Torino, alla Casa del quartiere di San Salvario terrò un laboratorio, l’ho chiamato POETRYSLAB.
Ecco di cosa si tratta…

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IncastRIMEtrici vol.2

E’ nato IncastRIMEtrici Vol. 2

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Eroticismi 2 – Il ritorno

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Eroticismi natalizzzi a Casa M.a.d.

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Certi tipi di cassetti di calzini

.

Sapete, quel genere di persona

che non si sporca per

non sporcarsi

che non tradisce per

non tradire

che avrebbe tanto da dire

ma non dice

per non dire

sapete certi tipi di cassetti dei calzini,

sapete, no?

.

Sapete, a volte

si hanno negli armadi

vestiti così bianchi

che non si vorrebbero mettere

mai.

.

Diceva mio padre

che il mondo è sporco:

sono sempre stata quel genere di figlia

con l’ossessione che la terra

le impolverasse i piedi

dopo la doccia al campeggio

Sono sempre stata

sono

quel genere di figlia

piuttosto decisa a vivere

malgrado la polvere.

.

Così ad un certo punto è successo

che sono uscita dalla doccia

e ho preso a camminare

resa un po’ pazza

da tutto quello sporco ai piedi

impossibile da combattere

o da levare.

Così sono diventata una che cammina

malgrado tutto

nonostante il fastidio

la polvere

le macchie

lo sporco

malgrado tutto

sono diventata una che cammina

seppur con la tendenza latente

a volersi tenere il pulito addosso

con troppa paura di sciupare quel che è nuovo

e con armadi pieni

di certi tipi di cassetti pieni

di calzini che non riesco a buttare.

Il metro altrui

Questa poesia è tratta dal libro “Nostra signora dei calzini”, la pubblico su istigazione di un commento ricevuto da un lettore assiduo e attento di questo blog che mi ha posto una domanda interessante

(commenti e risposte possono essere letti QUI).

 

Io mica lo so

lo confesso

quando andare a capo

 

Quando penso così, mi viene il senso della colpa

e mi metto a studiare metri e versi

e rime e enjambement

e a leggere poeti difficili

e a dirmi: non scriverò più finchè non sarò in grado di capirne almeno uno

almeno quello famoso che piace a tutti

e che a me mi urta

e mi fa male agli occhi

e mi dico: se ti urta non è perché non ti piace

è perché è efficace

capra

 

E misuro me stessa con il suo metro

un metro da poeta difficile e pubblicato

ed è evidente che non ho le misure giuste:

93, 75, 87

bacino, vita, tette

iniziando dal basso

e dal basso continuando, che sono solo 1 e 53.

Non mi prenderebbero nemmeno a miss Italia.

 

Però forse ai poeti

servono misure diverse

tipo la circonferenza craniale

che è 54

e la distanza dagli occhi

– in senso assoluto e non travalicando il naso –

(il naso non c’entra nulla in poesia, la poesia è fatta di parole mica di odori)

la mia distanza da un occhio all’altro è 3

tre, è evidente, non è un bel voto

è proprio il caso che io non scriva più

sono un poeta fuori misura

sono un poeta irregolare

sono un poeta pure femmina

quindi sono una poetessa

 

A quel punto mi fermo

le poetesse mi danno una certa quiete

le trovo meno giudicanti

tutte un po’ irregolari e senza misure da miss

 

Poi lui ricomincia,

il maschio che è in me

dice così:

“La gente, bella mia,

si stufa presto

di leggere le parole confuse

che la tua fica dispensa

sempre a balbettare di quelle cose

quattro:

amore

morte emozioni

amore”.

 

A questo punto diventa un litigio di coppia.

La femmina che è in me sbotta:

“Ma quando mai

ma quando mai

ma quando mai”

ripete

(lo fa sempre quando è nervosa)

“voi maschi siete stati competenti in fatto di emozioni?”

e attacca lì per lì

una filippica che mi convince

e mi identifico

e mi dico: sai che c’è?

Io non sono un poeta maschio,

sono un poeta femmina

e noi le abbiamo abolite già da un po’

quelle misure,

aggiornati, ragazzo:

la Loren se li porta bene, ma è vecchia

le modelle sono anoressiche

e il Dove fa la pubblicità con le donne vere,

quelle con la ciccia.

 

E allora vado a farmi una doccia

e per disprezzo

butto giù una terzina dantesca:

tre endecasillabi

rima incatenata

aba

bcb

e anche c che chiude il discorso.

 



Tanto d’occhi

Incontrai un uomo

che aveva quattro occhi

due file ordinate

due sopra due sotto.

 

Tentai di guardarlo negli occhi

per non fargli capire

che avevo visto

che aveva quattro occhi

 

Fu così difficile

che fu impossibile

 

Guardavo di su

e mi pareva che avrei dovuto guardare

di giù

riprovavo di su

mi sfuggiva di giù

 

Mi lacrimarono gli occhi per la fatica.

Non vedevo più.

Fu allora che chiese:

piangi?

No

Ti lacrimano gli occhi?

Sì.

Puoi smetterla se vuoi di cercare

di fissarmi negli occhi

per non farmi capire

che hai veduto

che ho due file di occhi.

 

È comunque una cosa difficile

dissi

non ci riesco.

Come si può fare?

 

Guardiamo in giro

Suggerì lui.

Facemmo una partita a rubamazzetto

Mi divertii molto

mi offrì una tazza di tè.

Ti piace il tè, mi chiese?

Di solito non lo so, ma questo

è molto buono.

 

Dissi.

 

E mentre lo dicevo lo guardai negli occhi.

Non fu difficile.

Gli guardai tutti e quattro gli occhi.

 

Non ti sforzare

disse

di guardare i miei occhi,

andiamo a guardare il mondo

disse.

 

Facemmo dei giri strani

ma anche non strani.

dei giri.

Guardammo molto

mi piacque quello che vidi

alcune cose no.

In generale, però,

c’era molto da vedere.

 

È molto bello guardare, gli dissi.

Guardati, disse.

Mi guardai allo specchio:

avevo due file d’occhi.

 

Feci tanto d’occhi.

 

Lui mi sorrise.

 

Che ci faccio, ora, dissi,

con quattro occhi.

Guardi, disse lui.

 

Guardammo molto e con piacere.

Ci guardammo negli occhi.

Ci facemmo molti occhiolini.

 

L’attrazione saettava da ogni pupilla:

due pupille alla quarta.

Fu piuttosto chiaro che era ora

di fare l’amore.

 

Ascolta, mi disse,

ho un pisello come un lanciafiamme.

Risi, ma ce lo aveva per davvero.

Aprii le gambe e fu tutto fuoco.

Un’esagerazione, a dire il vero.

Mi scottai parecchio.

 

La lussuria, dissi, porta all’inferno.

Chi ti dice tutte queste sciocchezze?

Mi chiese lui.

Gente con due occhi.

Ridemmo.

Lui aprì il fuoco

e non spegnemmo la luce:

ci piaceva guardare.

 

Questo amore da poesia

Questo amore è un tip tap

è una pagina accentata

questo amore pieno di iati e d’omissioni

questo amore a volte stonato

questo amore silenzioso

questo amore che fa baccano

questo amore fuori tempo

questo amore pieno

questo amore è un valzer zigano

questo amore di organetto rotto

questo amore suonato

questo amore cullato

questo amore sul tram

questo amore che fa tardi la notte

questo amore sferragliato

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9 ottobre: ERoTICISMI live!

Torna sulle scene mondiali: Eroticismi! Chi non viene è out!

Torna sulle scene mondiali: Eroticismi! Chi non viene è out!