Alla gente quando gli viene la febbre, quella se ne sta a letto e cova. Io covo ma la mia testa non mi lascia stare. Così ora scrivo e poi dopo spero che la mia testa mi lasci stare a covare e dormire e guardare robaccia in tv.
Ho scritto due poesie (più appartenenti al genere di quelle che io chiamo delle non-poesie o anche poesie-cianfrusaglie), finiscono entrambe con la parola felice… ora ve le schiaffo qua sotto.
La prima è una poesia che riguarda il mio stato febbrile.
La seconda inaugura una nuova era che chiameremo delle poesie-cianfrusaglie su prenotazione.
Voi, se vi va, ordinate e io, se mi va, confeziono poesie ad hoc per voi.
Questa qui è dedicata a M. (e anche un po‘ a S.) che me l’ha commissionata.
Etciù!