Ho iniziato a scrivere delle poesie che si intitolano, tutte insieme, così: Da dove iniziano le cose.
Parlano di quando ti domandi, come fanno i bambini, da dove vengono le cose, di tutto, di un albero, del tuo letto, di una farfalla. Sono ragionamenti un po’ naïf, che mi diverte scrivere.
Questa è la prima.
La metto qui per iniziare l’anno.
Buon inizio.
Le cose vive
Le cose vive iniziano spesso in luoghi di buio
sotto terra o fra le viscere
sono fragili e fortissime
non hanno coscienza di sé
hanno bisogno di tempo
e calore
l’amore non è sempre necessario
o forse, in qualche modo, sì.
Mia madre in cucina.
“Mi aiuti a cucinare?”
“Mamma, per favore, sto scrivendo.”
“Lo sai cosa ha fatto tuo padre…?”
“Mamma, dai!”
Mia madre fa la faccia di quella sgridata
e fa finta di lasciarmi fare.
.
Scrivo:
c’è una certa grazia severa
nell’inverno
c’è durezza e quiete
c’è quel silenzio che serve
alle cose per nascere
e crescere
e lasciarsi poi splendere al sole
c’è lo spazio
c’è l’attesa
c’è il buio
il freddo e la paura
c’è quel che si cerca di scacciare
accendendo le luci
mangiando montagne di cibo
nelle canzoni di Natale
il cenone di capodanno
la morte
il mistero
il carrello pieno dell’Ikea
qualcosa che non c’è, ma ci sarà
.
“Lo sai chi è incinta?”
“Mamma, sì, me lo hai detto. Lasciami finire.”
“Scusa”
Non ha nessuna intenzione di lasciarmi finire.
.
Scrivo:
Ho un bambino nella mia pancia
non per davvero
no
ma son così gravida
così piena
che è come se avessi un piccolo
di me
nella pancia.
.
“Poi ti devi levare di lì, che devo apparecchiare”
“Se mi lasci finire!”
“Finisci, finisci…”
.
Così, dice mia madre,
che il cuore è quel luogo
che puoi sempre riempire
è sempre pronto alle invasioni
continuamente attraversato
colmo di gente che si sposta
e riemerge
e si accoccola
negli angoli più nascosti
e quando pensi che non ci sia più spazio
semplicemente
il cuore si allarga
e tu non puoi che dire:
m’ero sbagliato.
Intanto l’inquilino della sistole
sposta il letto
e qualcuno grida “Abbassa il volume”.
Il cuore come un condominio.
Così dice mia madre dentro di me.
.
“Mamma, com’è che sai le cose tu?”
Mia madre non risponde.
E’ squillato il telefono,
ha trovato con chi parlare.
Un quarto d’ora di pace,
basta che non ascolti quel che sta gridando.
Mia madre fa la maestra
grida sempre
come se fosse a scuola.
.
Certe volte mia madre è come l’inverno.
Sa tutto ma non lo dice.
A mia madre piace molto piangere.
Piangere e chiacchierare.
Entrambe le cose le vengono bene.
Anche a me. Siamo gente che piange e chiacchiera.
Mamma, vedi com’è strano?
Volevo parlare d’amore.
Volevo parlare dell’inverno.
E mi sei uscita tu.
E questa non è una poesia.
.
“Mamma, te la ricordi la favola del contadino?”
“Sì certo, Giogi. Hai finito?”
“No”.
“Ma le poesie non son corte?
Ci metti sempre così tanto a scrivere?”
.
Mamma, ascolta,
è quasi inverno,
e il contadino Giogi ha piantato molti semi.
Ho paura per loro, mamma,
non si può mai sapere cosa accadrà
tu dici sempre che devo star tranquilla
allora io cercherò di aver fiducia
e pensare che l’inverno
non li toccherà con la morte
ma con la quiete
penserò così
e quando verrà primavera mi potrai dire
che me l’avevi detto
e che io mi agito sempre per nulla.
Mamma, son piena di semi
ho amici a cui voler bene
troppe cose da fare
e l’amore mi ha toccata ancora una volta
ed io ho bisogno di ringraziare.
Tu cucini
e io non ti dico nulla.
Mamma, i semi non san ringraziare.
“I semi sbocciano”, dici tu
“e tanto basta”.
.
“Mamma, lo sai, i poeti devono saper
condensare
io credo che questa non sia una poesia
non mi riesce di condensare nulla oggi”.
Mia madre rimesta.
La poesia non è affar suo.
Mi metto a rimestare insieme a lei.
Siamo gente che rimesta, noi.
.
“Mamma”.
“Sì?”
“Succedono cose strane quando si è vivi”.
“Passami il sale”.
“Mamma, lui è un uomo così buffo”.
“Basta che piaccia a te”.
“Lo sai cosa mi piace, mamma?”
“Fai piano con quel coltello”.
“Mi piace una cosa, ma mi vergogno a dirla”.
Mia madre sorride e rimesta
è elegante sotto al grembiule.
.
Mamma, ora la dico tutta d’un fiato.
Mamma, a me i cazzi degli uomini
mi fanno un po’ ridere e un po’ paura.
Anche il suo, mamma, mi fa un po’ ridere e un po’ paura.
Ma è successo così, che da quando
per la prima volta
mi è entrato dentro
io non so come
ma è come se quel pezzo di lui
mi si fosse conficcato nel cuore.
“C’è spazio per tutto nel cuore”.
“Mica mi verrà un infarto?”
Mia madre dentro di me dice
di piantarla con le stupidaggini
che sto diventando ipocondriaca
come mio padre.
.
“Mamma,
dici che è normale che mi piaccia uno così?”
Mia madre apre il forno.
Prende un biscotto
e me lo da.
“Che gusto ha?”
“Non saprei dire, è strano, ma è buono”.
“Allora va bene” dice mia madre.
“Ora aiutami ad apparecchiare”.
“Mi dici cosa ci hai messo dentro?”
“No. Mangialo e basta.
Tu vuoi sempre sapere tutto”.