Chi sei tu che vieni la notte?
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La favola:
tu mi ricordi la favola
d’Amore e Psiche.
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La notte Psiche
è visitata da Amore,
il corpo di lui splendente
nascosto dal sonno
l’amore come un sogno
scompare al mattino.
Misteriose pericolose divine,
ci sono cose che Psiche deve conoscere
prima di guardare lo sposo
alla luce del giorno.
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Così a volte compari:
una scintilla di spavento
nei miei occhi
mentre provo a decifrare
se ci sei.
Forse mi osservi.
Dietro le ciglia studio
lo strano taglio dei tuoi.
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Cammino nel traffico
mano nella mano a me stessa
di giorno
la gonna ondeggia sugli stivali
tacco dopo tacco.
Una voce mi ricorda di te.
Mi appunto:
“ricordati di domandargli chi è”.
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Chi sei tu che vieni la notte?
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C’è un corpo bianco
nella penombra, dorme
accanto al mio.
Misuro lo spazio che la tua figura
occupa nel letto.
Ancora non conosco le distanze.
A volte sembri molto vicino.
A volte c’è solo il mio corpo qui.
Tutto il letto per me, non basterebbe per due.
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Chi sei tu che vieni la notte?
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Due mani di uomo
mi fanno voltare
un bacio per ogni capezzolo
un’ora di piacere
qualcosa di forte
in mezzo alle gambe
parole
sudore.
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Chi sei tu che vieni la notte?
.
Il gusto di miele mi
seduce la bocca
rimane
qualcosa di caldo mentre
piove
un presagio nel fondo di caffè.
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Chi sei tu che vieni la notte?
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Come Psiche
mi allungo nella sera
e lascio che tu ti distenda
dietro di me, nel sonno
il tuo corpo
un muro di muscoli buoni
a volte
mi ripara dai brutti sogni
e dai fantasmi
che ancora abitano qui.
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“Chi sei tu che vieni la notte?”
Appunto, di giorno,
la domanda
che di notte non ti farò.
Ma torna
ancora
notte dopo notte
ho paura dei fantasmi e dei brutti sogni
e credo
nonostante il buio
mi piaccia
averti qui.