A ndare a Ro… *
B erretto, biro, borderline (io sono)
C ellulare, CURIOSARE, calzini fucsia, casa (CERCARE), CAMMINARE (molto), caldo
D entifricio, dubbi, denari, distanze
E ssere sempre me stessa (chi? …ah, sì… ok, ma come?)
F edera, “ferma!”, fogli
G iacca, Guido, gioco per il viaggio
H otel (PRENOTARE; PERNOTTARE), “ho” (un po’ di paura)
IO, in movimento, idee
L ibri, lacrime
M utande, *MA(h)…?, maestri (SPERARE DI INCONTRARE), (il) mappamondo (che lui mi ha regalato non ci sta), metro(politana), metro (per misurare le distanze)
** …NO!
O cchiali da sole, “Ok, restiamo un po’ qui…”
P ENSARE (sempre, ma comunque agire), pantaloni neri
Q uotidiano (anche qui non avere il tempo di leggere il), qualcosa di dolce, qualcuno con cui parlare, quiete (poca)
R ossetti (2: rosso e viola), ritornare a Tori…**
S combinata, scarpe basse, scarpe con i tacchi, sogni
T rasportata, tremarella, tappi per il rumore
U na lunga strada
V IAGGIARE
Z aino piccolo per costringermi all’essenziale e…
…A(bis) ncora qualcosina per ricordarmi di te…
(to be continued…)
Testa felice. STOP
Asserisce. STOP
Che forse Roma le si addice. STOP.
Non so.
Forse non sa ciò che dice.
O forse davvero predice.
STOP.
Fare le valigie non mi si addice.
Far stare le proprie cose in uno spazio piccolo così. In uno spazio chiuso, tombale. Ho una valigia rossa e piuttosto grande, ma son certa che i miei oggetti non vogliano stare chiusi lì.
E poi non mi va di fare azioni abiette: discriminare un calzino, solo perchè più antico, rinunciare a una camicia, ad un tacco, per questioni di praticità.
La mia testa si ribella alla sintesi, alla logica, alla semplicità.
Si appella ai bisogni più improbabili, mi fa tendere al melodramma, mi pare di partire per mai più ritornare.
Dite che posso fare a meno di un cucchiaino porta tisana che mi hanno appena regalato?
“Vado solo per qualche mese a Roma, testa, registra il concetto”.
La mia testa fa il broncio, dice che la inganno. Dice che stavamo bene dove stavamo, con le persone con cui eravamo…
Le dico stizzita che ha fatto di tutto perchè le cose cambiassero.
Niente.
Mi risponde che è tutta colpa mia se ora dovremo deciderci fra due maglioni neri.
La mia testa fa i capricci.
Passerò oggi e domani a star dietro alle sue stranezze.
Poi andrò a Roma e vedremo come si comporterà.
Per qualche tempo questo blog non verrà forse aggiornato con la stessa frequenza. Devo trovare le frequenze. Ma conto di trovarle.
Scusate, devo andare, la mia testa dice che prima dobbiamo fare le valigie e poi pensare a scrivere.
Ieri sosteneva l’esatto contrario.
Ci vuole molta pazienza.
Comunque le ho fatto delle foto, alla mia testa.
Ecco in che stato si trova…