Di quante lettere sono fatte le cose


Ho usato parole per:
dire
non dire, piuttosto eludere
amare, sciogliere, lenire
cercare spiegazioni e darle
raccontare la storia di me
del lupo
di tutto il resto e gli altri
e della bambina
capire
confondermi di più
ho usato parole che mostrano
ho usato parole giuste
ho usato parole esatte vaghe
ho usato le parole di segno le parole di suono
le ho usate per ribaltare la situazione
per farti sentire la mia presenza
per pietire
per forzare
per cercare la via alle viscere agli occhi
per muovere le cose sottili e accarezzare sotto la pelle
ho fatto l’amore bellissimo con le parole
ho detto parole a vanvera
e parole straniere
e così sciocche sciocche file di parole
ho detto parole che domandano
ho detto le parole buffe e amabili per cercare il riso
che rovescia la testa e solleva il peso
ho amato inventare parole
ho scritto e catapultato parole
oltre il corpo e l’orecchio e me
le mie parole sono incredibilmente a portata di
sconosciuti – prodigio onore responsabilità
ho usato parole piene che si sono svuotate per causa mia
ho mosso parole nel vuoto, per istinto, per esistere
ho usato parole che non cambieranno nulla
e di questo me ne faccio cruccio e colpa e dolore
cosa posso fare, nel mondo, con le parole?
percepire il limite delle parole
– certe volte me ne sto zitta zitta più che silenziosa –
ascoltare, ascoltare, non si ascolta mai abbastanza
c’è stato un tempo che non capivo parole
suoni
c’è stato chi ha detto parole per me
io voglio avere cura e rispetto e amo la fatica delle parole
di tutto questo stupisco e cresco domande
e non è mai abbastanza


poesie

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