Io sono questa qui. Mi chiamo Alessandra e vivo a Torino.
Pratico da anni la scrittura, l’ho indagata e sperimentata in forme differenti come persona e professionista.
Il linguaggio che ho usato più spesso è quello della poesia.
Qui trovate un elenco dei miei libri e contributi.
Mi interessa la parola anche nella sua dimensione sonora e collettiva.
Sono autrice di reading nei quali mescolo poesia e teatralità, collaborando con musiciste ed altri artisti.
Ho creato PoetiCo, coro parlante poetico di Torino, per promuovere la lettura e l’ascolto della poesia in contesti collettivi, e il progetto performativo Inpoetica, sulla memoria che è racchiusa negli oggetti personali e negli spazi collettivi.
Ho partecipato ai progetti residenziali europei (scrittura e performance) La poesìa anda por las calles (2017) e Refest – Immagini e Parole sui percorsi dei rifugiati (2018) sui temi della migrazione.
Anni fa ho incrociato la pratica del poetry slam, contest fra poeti con giuria popolare. Da allora mi occupo di questa disciplina indisciplinata: sono, insieme ad altri, organizzatrice, mente e cuore di Atti Impuri Poetry Slam, una delle scene di poetry slam e story slam più longeva d’Italia. Sono fra i fondatori della Lega Italiana Poetry Slam.
Siccome mi piacciono gli sport estremi da qualche anno, insieme ad altri avventuosi e avventurose, ho creato il festival di poesia e parole in azione Metronimìe.
Tengo corsi di scrittura per adulti, ragazzi e bambini utilizzando il linguaggio della poesia e il piacere di giocare con le parole. Vado nelle scuole a “fare” poesia con quelli e quelle piccoli, medi e grandi e i/le loro insegnanti.
Benvenuti sul mio blog.
Perché Signora dei calzini, mi scrive ogni tanto qualcuno?
Perché le parole che amo stanno dalle parti dei calzini:
sono con il corpo
sono materiche, si sporcano, hanno odori
sono fatte di fili che si intrecciano e compaiono e scompaiono gli uni sotto e sopra gli altri, fra trama e ordito
hanno a che fare con ciò che a volte si perde, è nascosto, un po’ misterioso (come i calzini che scompaiono)
stanno fra le cose di tutti i giorni, come la lingua che parliamo
osservano da altre prospettiveE poi perché è sempre bene non prendersi troppo sul serio: le parole poeta e scrittrice spesso mi fanno stare scomoda, mi sento più comoda come Signora dei calzini.