Superquark

Mi domando che forma avranno questi anni
quando li guarderemo – da quell’altra prospettiva
più vicina alla fine, questi anni di metà

tutte queste mattine che d’improvviso mi metto a correre
e dico stammi dietro, stammi accanto
e tu che ti metti a ballare sul posto
non sai i passi del tango eppure sostieni
che meravigliosa milonga io e te!
ma non vedi non vedi che quel che balli è foxtrot?
come pensi di invitarmi a un valzer
se metti su musica rock?
Poi vorrei che finalmente facessimo quel difficile
doppio salto mortale, ma tu non ti alleni
e d’improvviso mi parli, dalla cima di un albero dici:
che ci fai ancora laggiù, s’era detto di salire!
Non è pericoloso fare doppi salti mortali
dalla cima degli alberi? grido – e m’è difficile il salire
soprattutto se mi domandi: quale doppio salto mortale?
Ma son mesi, anni che ne parliamo:
allora vedi che mentre fai a cazzotti non mi ascolti?
Poi mi pare che segretamente ci intendiamo nel sonno
cercandoci i corpi gli incastri delle ossa, una forma aperta
protetta avvolta nel respiro doppio, intrecciato,
mio tuo mio tuo mio tuo finalmente cadenzato ritmico
a tempo e nel sogno mi dico allora è giusto, allora forse sì

ma a vedersi da laggiù
mi domando come ci apparirà tutto questo
se la bellissima bellissima doppia elica
la spirale generatrice o il buco nero il
vagare
insensato

particelle
microscopiche
troppo

piccole

isolate

intoccate

niente


poesie

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