Qualche era geologica fa ritenevo che fosse disdicevole scrivere d’amore.
E’ chiaro. Non la penso più così.
Ma qualche era geologica fa era inverno.
Ora è estate…
—
Vengo a te come a mare aperto
superate le spiagge
e le grasse signore
e certe ciambelle
coccobello.
__
Vengo a te come a mare aperto
superata la sabbia
vacillante sui piedi
incerti bruciati non adatti.
Vengo a te senza ciabatte.
__
Vengo a te come a mare aperto
oltre gli scogli
oltre le siepi
e i fazzoletti sporchi di merda
e certi esploratori
cinquantenni
con le ginocchia
bianche
le pieghe di pelle all’ingù.
__
Vengo a te dalla collina
guardando laggiù
tremo
per una nuvola bianca
e mi domando
sarà temporale?
E quando?
Presto?
Quale sciagura verrà
da questa nuvola
così bianca e lontana?
__
Vengo a te con il naso scottato
e un costume
un po’ vago
molle sul seno
da cambiare
__
Vengo a te come a mare aperto
salita quassù
non sento rumore
oltre la radio
e le bestemmie
e i bambini che gridano
e i bambini che gridano non saranno
uomini decenti
e i bambini che gridano saranno solo
bolle di biologia
__
Vengo a te sondando
le chiazze di mare scuro
col terrore nel petto
senza nessuna fede o fiducia:
dove capiterò
se mi butto da qui?
Per me
i mostri marini
esistono
e i pirati
e le balene
e l’abisso
spaventosi
senza voci e colori
senza le luci della città
senza vetrine
senza soldi
senza un’amica da chiamare
__
Vengo a te come a mare aperto
del tutto paurosa
della morte
vengo a te infreddolita
senza i vestiti adatti
né per il freddo né per il caldo
vengo a te
senza belle frasi
tonta, un pomeriggio a leggere Novella 2000
con qualcosa di sciocco in me
__
Eppure vengo a te
apro le braccia
mi tuffo a te come a mare aperto
e l’aria è mobile
e viva
e quando arrivo giù
mi pare bellissimo
fare splash.
thanks!!!
a mare
a pertamente
pas mal!
…pur’io… 🙂
Spero che l’estate continui, allora 🙂