Ce ne stavamo lì
ad ascoltare il rumore
del fiume
poi ho detto quelle
parole che mi galleggiavano
dentro
.
La tua faccia di ciliegia
è diventata bianca
il sangue è corso
a nascondersi nel
cuore. E si è fatto
Metallo.
.
Nessuno di noi due
ascoltava più il suono
del fiume
sono corsa via pesante
mi sono gettata nell’acqua
grigia
e son uscita sull’altra
sponda.
Non ero bagnata
ma tutta di pietra
.
Tu metallo
Io pietra
siamo rimasti così
a fissarci da sponda a sponda
.
Scilla e Cariddi
sono andati
a Ibiza:
passano i pomeriggi
a farsi canne
ogni tanto brindano
alla salute nostra
.
I cannottieri
che passano sul fiume
quando ci vedono
rabbrividiscono
poi si toccano i coglioni
baciano le loro donne
e corrono a casa
a innalzare pire
al dio dell’amore
pregano
che non gli tocchi mai
d’essere toccati dalla stessa nostra
cretineria
.
Un uomo saggio
a volte
ci porta fiori
e biglietti colorati
sopra c’è scritto
“poveri stronzi voi”
.
Se ci pensi bene
era meglio essere
carne
e ascoltare
il rumore del fiume
🙂
Bellissima…anche oggi ci ho capito poco, ma è bellissima…anzi, mi rendo conto che le volte che ci capisco meno, apprezzo sempre di più le tue composizioni…anzi ancora, forse le volte che credo di capirci, non è poi così vero…quello che mi sembra di capire è che purtroppo prosegue il tuo “mood” mesto e meditativo, ma forse mi sbaglio…ma quello che mi sembra di poter dire è che quando si è tristi, è giusto rimanere nell’arena e combattere a viso aperto i propri fantasmi, mandando per il momento a fare in culo quelli che ti vengono a dire “su col morale”…quando si è tristi, è giusto rimanere tristi fino a quando serve, e scoprire poi una mattina, anche dopo tempo, dopo tutto il tempo che ci vuole, che la tristezza se n’è andata, forse mentre noi dormivamo…e forse non c’entra niente tutto ciò, ma è quello che mi andava di dire oggi 🙂