A parte il fatto che il nome Clara m’è sempre piaciuto, ho letto un libretto che mi è piaciuto molto: s’intitola Poesiole Doppiosensuali ed è di una Clara, Clara Vajthò.
Siccome poi quando uno mi piace, per un po’, mi si appiccica addosso il suo stile, vedo di cogliere l’attimo con questo faccendino che gioca un poco con i giochi di Clara…
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AMAR TE
Ubriaca d’amaro:
sono pur viva
io che ti perdo
mentre mi sento
amara
di amore
di amar te
morire
ossequi poetica signora
Bello parlar d’amore/perfino quando è duro/e poi parlarne in due/è meglio di sicuro.
Mi piacciono le contaminazioni, quelle buone.
Ciao!
…ecco. ora sì.
…mi trovi d’accordo…alla delicata condizione che a codesta festa danzante si dovranno addurre dodicimiladuecentodue denti delucidati con dedizione da domestici di Domodossola dotati di addobbi dorati 🙂
…non saprei dire davvero perchè ma a questa festa di “d” aggiungerei anche dei denti…
Divino andirivieni divergente di diverbi diversi su doverosi divari divertenti… 🙂
son molto curiosa di leggerle queste poesie d’amore amore amore… Ciao Carlo Molinaro
Bel mottetto (è un mottetto? non lo so, mi è venuto da dir così). E sì che sei viva. E mi piace quando due mie amiche o amate o quel che l’è (che palle dover dare titoli alle relazioni, comechessia!) interagiscono. Tranne se interagiscono per prendermi a randellate, s’intende. Abbiamo chiacchierato bene a tre sotto i portici. Le poesiole doppiosensuali di Clara che hai letto sono molto buone, ma secondo me Clara si è superata con una serie di poesie d’amore-amore-amore, ancora inedite, che – lo dico e mi sento fortemente oggettivo nel dirlo – sono fra le più belle poesie d’amore mai scritte in Italia. Ciao signora dei calzini!