Del tuo corpo bianco
del tuo corpo uomo
del tuo corpo piano
del tuo corpo silenzio
del tuo corpo che incontro
del tuo corpo per caso
del tuo corpo ruvido
del tuo corpo agile
del tuo corpo dolce
del tuo corpo che non conosco
del tuo corpo forte
del tuo corpo che temo
del tuo corpo che scopro
del tuo corpo che voglio
del tuo corpo pelle
del tuo corpo attento
del tuo corpo suono
del tuo corpo profumo
.
del tuo corpo
che mi penetra
io voglio sapere
tavole anatomiche da saccheggiare…? Se ho capito quel che vuoi dire… beh, sì, è anche così… ma non solo… se ho capito cosa vuoi dire però!
Secondo me sono solo tavole anatomiche da saccheggiare, come disse il pelato.
Grazie. Oggi mi prendo tutte le vostre carezze telematiche che ne ho bisogno.
Ho riscritto questa risposta tre volte, volevo aggiungere cose, ma in realtà, davvero, ho detto tutto nella poesia e voi…ognuno a modo suo ha fatto centro!
Concordo, Carlo…in questo poesia e sogno sono molto affini: le identità di cose e persone si fondono, si confondono, a volte si stagliano nette, per poi ritornare a riannebbiarsi vicendevolmente…è il bello dei sogni e delle poesie 🙂
Può essere conosciuto (in senso biblico o in altri sensi) o non conosciuto, secondo me! Il raggio della poesia è ampio. Può essere un singolo uomo, presente o assente, può essere persino l’uomo come archetipo. La poesia è bella anche per questo.
rettifico e ricentro il commento precedente 🙂 il corpo “non conosciuto” lo è in senso figurato…avevo colto male…cioè, è conosciuto ma vorrebbe essere conosciuto più nel profondo…almeno, mi pare di aver capito così….niente, rimane ad ogni modo la bellezza della poesia
Molto bello il ritmo e anche la scelta di certi abbinamenti fra due sostantivi, col secondo che funziona da aggettivo…e poi c’è questo mistero finale, di un corpo non conosciuto ma che già “penetra”…suggestivo…