Non lo negare:
amiamo i lustrini.
Abiti
parole
immagini
luccicante
anche il sale
grano su grano
lo zucchero
nei nostri cibi
luci nel vino
nell’acqua pura
luce sulle mie lenzuola
raggi che filtrano la mattina
quando mi accorgo che di nuovo
mi dormi accanto
luce sui nostri visi
di fronte al pubblico
davanti alla birra
lo schermo illuminato del computer
leggeri frivoli lustrini.
Vorrei che tu mi regalassi
biancheria luccicante
essere così splendente
mentre mi offro a te.
Non lo farai:
anche se ami i lustrini
d’altro genere sono i tuoi
e sai che rido mentre li fai tintinnare.
Rabbrividisci quando ti dico
che nei nostri scheletri
troveranno
brillantini:
così tanto ci piaccciono i luccichii,
che anche la morte,
ci piacerebbe illuminare.
Zitta, zitta, mi dici, guarda laggiù,
mi mostri, col dito, fari, lampioni o stelle.
Nella notte, accendiamo sigarette
e lasciamo che i nostri corpi avvampino
per fuggire la paura.
Così, a volte,
rido di noi:
addobbati a festa
come alberi di Natale,
abbagliati da noi stessi.
Dovresti indossare
una giacca bordata di paillettes.
Dovrei indossare
quell’abito da sera, nero, fiammante
e scendere la scalinata
che a volte sogno.
Ogni passo una luce.
Così tutti vedrebbero davvero
quanto amiamo i lustrini:
non è un peccato da nascondere
ma da mostrare.
Ognuno ha il suo modo d’esser sciocco.
Questo è il lucente nostro.
Illuminami
io ti illuminerò.
Coprimi di lustrini,
te lo lascerò fare.
Ma sarà al buio del tuo abbraccio
che ti dirò queste parole:
voglio sapere, amore mio,
se sapremo riconoscere
quelle luci,
i miei occhi nei tuoi occhi
i tuoi nei miei.
Dimmi, amore mio:
i tuoi occhi, nei miei
vedono
le luci che si agitano
nel profondo?
Dimmi:
di queste piccole luci,
che ne farai?
Ecco, ora spengo la luce
e mi addormento.
Pieni di lustrini
i miei sogni.