Ho una faccia di due lati
ho una faccia comprensiva
anche di lato centrale
Ho un sopra, un dentro-faccia
un obliquo, un fuori,
un sotto:
nessun lato che mostri
però
la parte migliore di me
quella che va bene con tutti
Ho un lato destro e uno sinistro
ho perfino un lato centro
un lato periferia:
nessuno che mostri
la parte migliore di me
quella che sta bene con tutto
Così prendo il bisturi
e taglio :
dietro
davanti
sotto
sopra
in mezzo
dentro
destra
sinistra
obliquamente far fuori
le parti peggiori di me.
E’ così che perdo la faccia
Poi nel sogno arrivi tu
tu che sei cane nel sogno,
un cane con la faccia di specchio
un cane con la tua faccia
di specchio invecchiato
“Specchio, specchio
specchio-cane,
specchio-cane invecchiato,
rifletti
riflettimi
il lato che
non è mai sbagliato”
Il cane risponde in prosa
che quel lato non c’è,
che non c’è mai stato
e che se pure c’è stato
l’ho comunque tagliato
insieme a tutti i lati che avevo
quelli migliori
con quelli peggiori.
“A dirla tutta”, dici tu,
dice il cane,
“a forza di tagliare
ti sei persa la faccia”.
A dirla tutta, dico io,
“se la mia faccia non si vede più,
è solo colpa tua,
sei tu
che non rifletti abbastanza”
E’ a questo punto del sogno
che il cane-specchio
il cane-specchio-tu,
mi morde il labbro.
Poi mi riflette:
davvero non c’è più la mia faccia
ma un unico labbro morsicato,
a penzoloni.
Quel labbro sono io?
Chi è quel labbro-slabbrato-io?
Non ricordo più nulla.
Svengo.
Rivengo.
Devo aver dormito.
Nella mattina
superfici ovunque
restituiscono la mia faccia
alla mia faccia
me stessa
alla memoria di me.
Nello specchio
c’è la mia faccia
sulla mia faccia
la mia bocca
e sopra la bocca, la mia cicatrice:
la mia bocca tagliata.
Ricordo:
anni fa il mio cane,
– anche quello mio,
ma sufficientemente bestia
da sfuggirmi –
mi morse il labbro.
Benedico il cane
e la mia bocca di cicatrice
la mia bocca imperfetta
che può dire sciocchezze
parlare di me.
Tu dormi ancora
la tua faccia appoggiata sul lato
hai una faccia da uomo
una faccia di bambino invecchiato
la bocca
la mia bocca di bambina tagliata
la incollo
al tuo lato
il tuo lato sdraiato
quello imperfetto
che sta bene con me.
Arrieccomi! Toccata forse da Buzzati e Montale e Kafka in sogno, dai miei casini nella realtà, torno ai miei fidati, contorti, perduti, terrigni e umili calzini!
🙂
Labirintica e suggestiva…ci sono tocchi di Buzzati, Montale e forse kafka…ma queste componenti non si notano poi più di tanto, perchè l’essenza è intrisa rigorosamente e genuinamente della migliore calzinità di sempre : – )