Soli
insofferenti al mondo
si può essere molto nudi
spogli
un rigido mucchietto d’ossa
essenziale
meritorio
eppur scarno:
venite,
fatevi carne
e pelle
fatevi peli
e colore
fatevi grasso, guance
sangue, ferita
sbucciatura
vi voglio tutti
addosso
voi
e i vostri
stupidi difetti
le voci, gli odori, le vostre più
assurde
opinioni,
tutti qui
egoisti, bisognosi
disordinati
belli
abbarbicati
caldi
alle mie bianche ossa
migliori
peggiori di me
a darmi forma
parola
calore,
a darmi corpo
sorriso
filo da torcere
vita
venite,
vestite il mio scheletro dei
vostri corpi
date peso alle mie ossa
date loro movimento
soffiate pensieri nel mio teschio
andiamo avanti
o indietro
e se ci riesce
balliamo
balliamo
balliamo ancora.
In questo testo si prova già qualcosa, se non fosse per l’insopportabile vizio – inutile- di andare a capo a ogni parola (perchè poi?) potrebbe sembrare una poesia vera.
Ci sono comunque passi da rivedere, per esempio:
“Mucchietto d’ossa meritorio (non ha molto senso)
Eppur scarno”?boh.
e poi il “venite” a chi è rivolto?
Gli ultimi dodici “versi” – che potrebbero essere tranquillamente la metà- sono molto belli.
Grassie!
Molto intensa…colpisce a fondo ma nel tempo stesso è delicata, tenera a suo modo…strano…magie della calzinità : – )
forte