Questione di stile

Certe volte

le vite degli altri

gliele guardi addosso

e ti sembran perfette

come un vestito di sartoria.

 

Quelle volte

io mi sento

come se la mia vita

l’avessi presa ai grandi magazzini

all’upim

o anche al discount.

 

Oppure mi sento

come se mi fossi comperata

solo il pezzo di sopra.

come se

sotto

avessi solo le mutande

e mi guardassero tutti.

 

Oppure come se,

andata anche io da un sarto,

avessi scelto male:

quello mi ha lasciato addosso

l’imbastitura

e i punti molli,

se n’è andato a casa altrui

a finire quello splendido vestito.

 

Quelli sono i giorni in cui

mi metto alla macchina da cucire

e faccio rumore tutto il giorno.


e altre cianfrusaglie

8 commenti su “Questione di stile

  1. Ragazzi, se continuate così capita che mi salga l’autostima… dite che può far male?

  2. “Quelli sono i giorni in cui
    mi metto alla macchina da cucire
    e faccio rumore tutto il giorno”
    Questa frase è come certe canzoni che, dopo che lei hai sentite, realizzi di aver capito qualcosa in più di te stesso.
    Ecco cos’è ‘sto rumore che sento da settimane!!!

  3. questa che hai scritto è una cosa bellissimissima e io adesso sorrido

  4. Cara Xenuca, le darei volentieri il mio Iban, che in questo periodo mi farebbe comodo un bel versamento… ma già mi fa molto felice scopire che c’è qualcuno capace di far sua questa poesie, il che significa che prova stati d’animo simili al mio, il che significa che comunque fa un certo piacere sentire che c’è anche qualcun altro (a) sulla tua barca…!!!!!

    Caro Smirki, grazie, i tuoi sorrisi virtuali mi fanno sentire ormai a casa!

    Caro Carlo, come mi piacerebbe poter abbracciare cortecce alla Pellerina, anche se le mie cortecce preferite stanno al Valentino, su quei giganteschi alberi vicino all’Imbarchino.

    Cari tutti, buona notte!

  5. Certe altre volte, le vite degli altri le guardi e non capisci come facciano a sopportarle, come facciano a non vedere tutti quei buchi, quelle toppe messe male, quelle assi sghembe. Come facciano, loro, a fingere così bene. Che tu non ci riesci mai. Ma in fondo nemmeno vorresti. E allora metti una camicia non stirata ed esci a guardare la corteccia degli alberi in corso Regina o alla Pellerina, la corteccia che è tutta diversa da sé.

  6. gentile signora dei calzini, mi dia il suo iban, presto! che questa poesia la voglio pagare.non la voglio comperare, del resto mi scusi ma è già mia pur essendo tutta sua, ma mi ha fatto così bene che perché non mi sembri appropriazione indebita ho bisogno di risarcirla.

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