«Io non so cosa abbiate intenzione di fare voi. Quanto a me, non me ne rimarrò davvero con le mani in mano; io sono una cerca-cose e voi sapete anche troppo bene come questa professione non lasci mai un minuto libero».
«Cos’hai detto che sei?».
«Una cerca-cose».
«Ma cos’è?».
«Evidentemente qualcuno che cerca le cose. Il mondo è pieno zeppo di cose e ci vuole pure qualcuno che si dia da fare per sapere che razza di cose siano».
«Ma che tipo di cose?» insiste Hanika.
«Che ne so, di qualsiasi tipo: pepite d’oro, piume di struzzo, topi morti, caramelle con lo scoppio, viti piccolissime e così via».
Tommy e Hanika si mettono a osservare attentamente Pippi per dedurre quale dovrebbe essere il comportamento del perfetto cercatore. Pippi corre da un lato all’altro della strada, riparandosi dal sole con la mano e cercando affannosamente.
D’improvviso getta uno strillo acutissimo:
«Mai e poi mai ho visto qualcosa di simile! – grida, sollevando dall’erba una vecchia latta tutta arrugginita. – Che tesoro ho trovato, che tesoro! Pensare che non si hanno mai barattoli a sufficienza!».
Lo sguardo che Tommy rivolge alla latta esprime chiaramente la sua delusione.
«A che cosa vuoi che serva?»
«A tutto – ribatte Pippi – se per esempio ci tieni dei biscotti diventa una stupenda Scatola-da-Biscotti; oppure puoi non riempirla di biscotti, e allora diventa una Scatola-senza-Biscotti».
(da Pippi Calzelunghe, Salani, Gl’Istrici)