Erano un gruppo
ma non di amici
e nemmeno di nemici.
Erano un gruppo di
non amici
e non nemici.
Erano comunque un gruppo:
credevano tutti,
nessuno escluso,
di essere dei falliti
di avere fatto solo
cose inutili
nella propria inutile vita.
Passavano molto tempo insieme,
riuscendo così
ad essersi sommamente inutili l’un l’altro.
E se lo dicevano, anche, l’uno con l’altro:
“Sono inutile”, diceva uno.
“In effetti…”, dicevano gli altri.
Oppure, semplicemente, annuivano.
Oppure, ma solo in certi momenti:
“Almeno sei meno inutile di me”.
Avevano preso
a fare delle classifiche di inutilità:
il più inutile fra loro
non vinceva nulla.
Erano inutili
e per nulla arrabbiati.
Poi, un pomeriggio
ebbero l’idea di armare il vento,
armare il vento con le pistole,
giusto per fare una cosa inutile,
ma diversa.
Rimasero piuttosto sorpresi
quando il vento
sparò.
Morirono tutti felici:
credevano di aver fatto l’ennesima
cosa inutile
invece erano riusciti
a farne una dannosa.
Grazie smirki e buone vacanze!
Mirabilmente onirica e labirintica : -) mentre si legge la sensazione è quasi quella di un avvoltolamento mentale su se stessi, e si passa lievemente tra sfumature comiche ed esistenzialiste, per sentirsi, alle ultime battute, belli soddisfatti e paradossalizzati :- )