Stamattina ho letto del progetto di una fotografa e una scrittrice che risuona con questa poesia che ho scritto qualche tempo fa e pubblicata in Poesie antirughe.
Eccola qui.
Ho chiesto ai calzini
l’arte di essere due
e di perdersi e
di ritornare
Ho chiesto alle lenzuola
l’arte del silenzio
e di accarezzare
Ho chiesto al cappotto
l’arte di proteggere
e riscaldare
e alle camicie
l’arte di far credere
e di rassicurare
E ho chiesto al cassetto
l’arte di nascondere
e di rivelare
e alla gruccia ho chiesto
l’arte di sorreggere
e di scomparire
Ho chiesto
alla gonna che non è mai stata indossata
l’arte di esistere – esistere malgrado tutto
e di aspettare
E ho chiesto alla polvere
l’arte di cadere
e di lasciarsi sollevare
Ho chiesto alle tarme
l’arte di mordere
e mordere e mordere
e scavare
E ho chiesto alla sciarpa
l’arte di abbracciare
e al costume da bagno
l’arte di inzupparsi
e di asciugare
e all’abito così splendido
l’arte di farmi bella
e di danzare
E ho chiesto
a quella tua vecchia maglia
che ancora conservo
che ancora non riesco a gettare
l’arte del ricordo
l’arte
di lasciarti andare.