Uno, non volerla morta
è stupido volerla morta
una cucina
una lavatrice
una culla
un aspirapolvere, uno straccio per la polvere
un farmaco
un oggetto con molti buchi, bella
un peluches
non si vuole morta una cosa utile
si usa
Due uccidi, sì, ma il tempo
uccidile il tempo per il pensiero
non dare valore al suo tempo
dilatalo e restringilo
sottrai il controllo del tempo
fa che viva per gli altri
lo deve donare
Tre, la paura, fa che abbia paura
descrivile la sua propria paura, dalle forma
che abbia paura di aver paura
Quattro, uccidile lo spazio
stringilo
definisci il suo spazio
definisci ovunque dove non può stare
restringi i suoi passi
Cinque, definisci il suo corpo
definisci vergognoso il sangue
ammutolisci i suoi orifizi
parla al posto loro
Sei, definisci la sua stupidità
definiscila stupida in quanto tale
definisci femminile = stupidità
allontana le parole parlate o scritte
definisci stupide le sue parole
Sette, isola
fa che sia
sola,
che, sola,
abbia paura
di essere sola
Otto, ingravida la giovinezza
umilia la vecchiaia
uccidi la donna ma non la madre
sposa la madre, stupra la donna
fa che odi la donna nell’altra donna
Nove, deve dipendere
fa che impari a dipendere
fa che dica alla figlia
che anche la figlia impari
Dieci, anche picchiando
sbattendo
ruotandole la testa
moltiplicando gli spigoli
i denti, cercando lo scricchiolio dell’osso
rompendo ma soprattutto nella mente
vinci la resistenza manovra
il meccanismo maldestro del cuore
Questa la poesia che ho scritto per Liscio Assassino (libro che, fra l’altro, presenteremo insieme alla Banda Putiferio giovedì 28 Maggio alle 21 alla Libreria Trebisonda di Torino).
Mi pare, purtroppo, in linea con i tempi…