uno è rivolto all’interno, ma a volte si stufa
si aggiunge al secondo, capace di stare
occhi negli occhi, due a due, parlando senza parole
uno è fatto per perdersi in alti cieli, prati, acque e montagne
uno serve a non distogliere lo sguardo, può piangere, accoglie in sé, comprende
sa sperare, è un occhio che si posa sulle creature
uno si distrae, immagina altri mondi, altre possibilità,
si getta oltre l’ostacolo, pulsa, intuisce
uno dice no, no, lo dice con forza, sceglie, dice adesso basta, no
uno è capace di meraviglia, coglie il particolare (la vita del pulviscolo
nel cono di luce, lo sguardo del passante, il messaggio sul muro,
la fatica della formica che trascina briciole di pane)
ma anche un occhio chiuso, che conosca il buio, che sappia riposare
e un occhio per la solitudine, un occhio per morire
uno per l’orizzonte
uno per vedere per la prima volta, di nuovo
e poi una bocca, che si schiuda leggera
a baciarli tutti, a benedirli, uno a uno.