Affollamenti. Senza andare a capo.

Le persone ti abitano. Più le ami, più dimorano dentro di te. A volte, questo amoroso abitare diventa una specie di assedio interiore.
Ho una casa affollata, attualmente. Stanno, persone dentro di me, con dimora stabile, molte le amo. Passano, persone, entrate per un saluto, un incrocio e poi. Restate. Nemmeno mi è chiaro l’insieme di sentimenti che provo per alcune, molte, poi, mi mancano nel corpo ed è incredibile il frastuono che può fare l’assenza. Eppure, dentro, si muovono queste persone, fanno i rumori e le voci e il disordine del vivere, fanno il respirare e il litigare, fanno lo spavento e la risata e tutte quelle cose delle persone, movimentando stanze fra passato e futuro.
Nel presente avrei veramente bisogno di riposare, ma non mi riesce di sentirmi da sola stasera e non sentire i rumori. Allora mi metto al centro della casa, persone, ascolto, ascolto: dite.


e altre cianfrusaglie, micronarrazioni

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