sopra il bungalow vicino al mare
uno zampettare di animale rispondeva
al frastuono sgraziato delle cornacchie e noi ci domandavamo
con le voci nel buio
cosa fosse quella creatura agitata
 
La mia mente combatteva a colpi di scopa
con tutte le paure animali che
in me minacciano il tuo corpo nuovo,
ti stringevo e scongiuravo morsi e graffi e ratti e veleni
 
La voce fonda di tuo padre faceva la parte del grosso
della tana, non è nulla, diceva con il suo grande corpo,
qui non entra nessuno
 
La tua parola canzone si è levata nell’aria fresca
e ha detto, chiara, che si trattava di un’aquila o forse,
anche di un suricato
e non c’era da avere paura, perché sopra la nostra casetta
volava il tuo drago
 
Poi ti sei stretto più forte a me
ti sei riaddormentato,
mentre gli uccelli continuavano a strepitare
e qualcuno lassù zampettava
 
Non sai quante volte mi sento
come questo bungalow al mattino
 
Una fragile mamma-capanna
tesa come un suricato
mentre volano in cielo
le creature misteriose
che la vita ha evocato