Chi è in Liguria, il 18 Settembre mi troverà a Camogli, per un reading serale e un laboratorio pomeridiano dedicato a bambine e bambini.
Nella giornata succedono un sacco di cose belle che potete leggere sul profilo di
Fermento Camogli
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Vi ho già parlato più volte dei laboratori di scrittura autobiografica Nei nostri panni che ho ideato insieme a Elena Patris.
Vi ho raccontato che fra poco inizieremo un ciclo di tre moduli on line e in presenza (a Torino), fruibili in sequenza e separatamente.
A questi si aggiunge un altro appuntamento per chi preferisce esserci di persona. L’8 ottobre, infatti, il primo modulo sarà ospitato in uno spazio bellissimo, a Milano, Ciasmo (seguite il link per curiosare fra le bellissime cose che questo luogo poliedrico espone e mette in vendita), che ci è parso proprio il luogo perfetto. Fra abiti, accessori, illustrazioni e libri, ci ritroveremo per scrivere e lavorare insieme.
Ecco qualche dettaglio.
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In questa settimana ho rimesso piede nel mio studiolo, dopo qualche settimana di vacanze e mammismo spinto. Torino è ancora mezza deserta e la temperatura (quasi) umana. Viene (quasi) voglia di settembre (quasi).
Così ricomincio piano piano a raccontarvi alcune cose dell’autunno.
Ecco la prima: per chi avesse voglia di mettersi un po’ in gioco con me e di esplorare la scrittura in versi, a settembre ricomincia il laboratorio per la
Scuola Holden.
È on line, dunque non occorre essere fisicamente a Torino per partecipare.
Qui trovate tutte le informazioni, se volete saperne di più di così, poi, potete scrivere a me o alla scuola.
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Voi ci siete mai stat3 a Bibione? Io no. Però ho tutto un immaginario balneare su Bibione che non so da dove mi viene.
Questa settimana vado e vedo.
Sarò infatti per la prima volta nella mia vita (senti come suona epico) a Bibione Sabato 2 per presentare il mitico BIPS (Bibione Poetry Slam).
Con me un sestetto, anzi, una sestina di poety che il poetry slam lo fanno con maestria: Eugenia Giancaspro, Filippo Balestra, Francesca Brotto, Katharina Wenty, Luca Cancian, Sergio Garau.
Ospite d’onore: Mr Matteo Di Genova.
Il BIPS! è inserito nel campionato Lips, è a cura del Porto dei Benandanti e si inserisce in Notturni di versi, piccolo festival della poesia e delle arti notturne.
Ci vediamo al mare!
Dopo i percorsi della passata stagione, abbiamo lavorato ancora a Nei nostri panni, il percorso di scrittura autobiografica che ho co-ideato e conduco insieme a Elena Patris.
Da settembre, il percorso riprende, con nuove tappe e in una formula a moduli, 2 on line e 1 residenziale.
Qui trovate tutte le informazioni generali. Altre, invece le potete avere scrivendoci.
Dopo aver letto tutto, se vi è venuta una voglia irresistibile di partecipare, allora forse dovreste prendere in considerazione l’idea di farlo subito 😉
Abbiamo infatti pensato una tariffa speciale per chi si iscrive entro il 31 luglio!
Mica ve la perdete, no?
Qualche post fa ho scritto di un venerno. Adesso ecco un venersì.
Venerdì 3 Giugno mi trovate a Ivrea a La grande invasione per un po’ di appuntamenti:
– la mattina incontrerò bambini e bambine della scuola primaria
ALLA SCOPERTA DEL BUIO
Lettura e laboratorio per bambini e bambine dai 6 anni.
A partire dalle parole e delle immagini di
Io, Alice e il buio buio andiamo alla scoperta del buio buio e di tutti i nostri bui, per aiutare i protagonisti del libro ad aggiungere pagine al loro Libro del buio, per dare parole alla meraviglia che si nasconde in ogni angolo del nostro mondo e giocare con leggerezza con le nostre paure.
– infine, alle 20, sempre allo Zac torna il poetry slam con lo ZAC POETRY SLAM!
Qui, il programma completo della manifestazione
Mentre lui aspetta che l’acqua
scorra e diventi fresca per riempire
il mio bicchiere, la casa
produce un tonfo, uno spostamento
in qualche luogo non visibile
Mi sorride con l’attenzione
altrove, il pensiero a quel
luogo non visibile
o persone
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Mi pare imprigionato, questo corpo di adulta
in un garbuglio mefitico del fare,
dare e avere come bilancia dell’essere
più difficile liberare l’occhio
sporcarsi sotto le unghie
con i resti di qualcosa che
scintilla, frantumaglia, a sorpresa
la lingua incespica nel già detto
sa di posta elettronica masticata
la poesia salvifica ha rotto i coglioni
e molto altro, ma poi, dai. La guerra
ho disposto le app per colore, un bel
lavoretto, mentre cerco lo spazio
per un atto di insubordinazione interiore
che non so immaginare o forse compiere
buttare qualcosa
cui mi pare di tenere ancora
mettersi con la guancia
sul muro caldo, sfregarsi un po’ via
bere acqua da un bicchiere che
non lavo da due giorni
cercare una sbeccatura
lungo i bordi delle ore,
una faglia nella giornata,
indecorosa
ripararmi nel tuo cavo, da dentro
dove ci assomigliamo di più
e siamo corpi che si tengono,
perdendosi
Questa notte sono venuti i lupi,
usciti, credo, dalle fiabe che ti racconto,
dal luogo che siamo.
Stavano, ululando, ai piedi del letto grande.
I versi degli animali erano
irresistibili per le mie parole.
Ingenue, hanno lasciato i pensieri
e hanno vestito i suoni.
Aleggiava nella stanza una litania
spaventosa: questo non è che niente,
dicevano le mie stesse parole
e mi si stringevano addosso nel buio,
senza intenzione. Erano solo
ciò che è.
Sentivo i confini di quella piccola
cosa, piantata nella coscienza,
senza mantella rossa,
senza parole.
Quel poco che siamo
mentre i lupi stanno a guardare.
Volevo soltanto toccare
tutti i corpi che amo, sentirli respirare.
E poi sperare che saprai
stare di fronte ai lupi
se mai tu li dovessi incontrare.
(Nell’immagine Head On di Cai Guo Qian)
Abbiamo esaurito i posti per il primo ciclo di incontri e quindi abbiamo riprogrammato delle nuove date!
Riparte un nuovo ciclo di 3 incontri di laboratorio di scrittura autobiografica, con Nei nostri panni, un progetto ideato e condotto insieme alla amica e psicologa Elena Patris.
Ecco qua sotto di cosa tratta e tutte le informazioni per partecipare.
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Questa è una delle poesie che ho scritto dopo la nascita di mio figlio Olmo. Sono poesie che custodisco con un riserbo un po’ speciale, ma ha anche un senso che stiano nel mondo. Ciao, poesie, andate. Adesso ne pubblico qualcunina qui.
Parli
E adesso
abbiamo le parole.
Me le porti sulle gambe incerte
te le restituisco per benino
ti dico la parola per il mondo
la ripeto giusta, te la sistemo per il futuro
ma è la tua, storta, quella che dice
Ora sei arrivato qui
ti aspettavo da tempo
tu sei stato per me come: sospeso nel suono
E ora che ci sei
sento che frana, la mia
la parola cede al piccolo
e al grandissimo, qui
è più del silenzio
è dove sono stata
è il posto della poesia
è dove sei tu, ora
e fai le parole nuove
O è kitsch o non si fa.
Viene anche per me il momento del pizzino sui regali.
Sono dunque tenuta dal Natal system a ricordarvi che è possibile regalarmi (in forme parziali e nel rispetto delle libertà reciproche) ad amici, nemiche, parenti, serpenti, partnersss e cugini acquisiti, volendo anche a gente a caso.
🤶Ci sono i libri per grandi e piccol*
🧑🎄I corsi & laboratori di scrittura (brevi o più lunghi)
🎅Il coro poetico (per chi è a Torino o dintorni)
E tanti auguri (a voi e famiglia ça va sans dire).
Riparte un nuovo ciclo di 3 incontri di laboratorio di scrittura autobiografica, con Nei nostri panni, un progetto ideato e condotto insieme alla amica e psicologa Elena Patris.
Ecco qua sotto di cosa tratta e tutte le informazioni per partecipare!
Workshop on line di scrittura autobiografica a cura di Elena Patris e Alessandra Racca
Quali sono i nostri panni? Quanti sono?
Ci piacciono ancora tutti?
C’è qualcosa che vorremmo cambiare?
C’è qualcosa che teniamo nel cassetto per quando arriverà il suo momento?
In questo laboratorio di narrazione autobiografica cercheremo di aprire i nostri armadi, intesi come repertori di possibilità, e di dare spazio alle domande: lo faremo attraverso la narrazione, la scrittura individuale e il confronto all’interno del gruppo, in un rapporto circolare tra raccontare e ascoltare storie, in un dialogo con l’altro in cui dare valore alle narrazioni e costruirne di nuove.
La vita che conduciamo, infatti, ci spinge spesso all’azione, talvolta senza lasciarci uno spazio nel quale fare il punto per poter godere appieno di ciò che si fa e si è, maturare decisioni e immaginare possibilità di cambiamento, utili anche e soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.
Gli abiti saranno gli elementi simbolici al centro delle attività di scrittura e relazione proposte e sono stati scelti come strumento anche per il loro essere portatori di quella bellezza e leggerezza che vorremmo avesse il tempo dedicato a ripensare a noi stess*.
A partire da alcuni testi letterari, sperimenteremo la scrittura come innesco creativo per la narrazione di sé e del proprio percorso. Il focus non sarà sulla “bella scrittura”, ma sulla scrittura come strumento di “messa in forma” ed esplorazione di modalità narrative e relazionali.
Il laboratorio propone a* partecipant* di individuare tre abiti o accessori da tenere accanto a sé durante i tre incontri. Questi indumenti saranno scelti a rappresentare: un abito che si vuole dismettere, un abito che fa sentire bene nei propri panni, un abito che rappresenti la sfera del desiderio, del possibile e del vorrei essere.
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Erano gli anni delle occupazioni concordate (che tenerezza) alle superiori. Io stavo scoprendo la poesia che a scuola non trovavo, scrivevo versi sgualfi, brutti e vivissimi e leggevo a caso, autori nei quali mi imbattevo, spulciando la biblioteca di paese, i libri che avevo in casa, comprando seguendo caso e istinto. Ognuno di noi poteva proporre un’attività per gli altr* student* per le ore di occupazione e così lo feci: stavo in una stanzetta con i miei libri di poesia, chi voleva poteva entrare e leggevamo insieme, poesie che avevo scelto in quei libri. Qualcun* venne, non ricordo null’altro, solo il groppo in gola per quella proposta, per quello spazio vuoto che non sapevo se sarebbe stato riempito, per quell’amore per la parola che mi faceva desiderare la condivisione e bearmi e inciampare nella solitudine.
Tenendo per mano quella me di tanti anni fa, ho pensato a questo weekend dedicato a ragazze e ragazzi delle superiori.
Il 9 e 10 ottobre, a Torino, alla Scuola Holden c’è SCRI/VERSI.
Una delle persone con le quali mi piace di più scherzare, ragionare, parlare è Paolo Agrati, in arte Paolo Agrati.
Abbiamo deciso che era ora di fare qualcosa insieme e dunque, ecco qui: il 16 e 17 Ottobre siamo on line, insieme, ospiti di Benbow, per un laboratorio di poesia. L’abbiamo intitolato IN&OUT, fuori e dentro i limiti della poesia.
Trovate tutte le informazioni qui.
Ditelo a tutti! Ci vediamo on line 🙂
Aprile è il mese più crudele, scriveva Eliot, Settembre, molto più prosaicamente per me, è il mese più ansiogeno.
Questo settembre 2021, contiene ansia, sì, ma anche per cose belle.
Quello che vi racconto qui è anche la realizzazione di un desiderio che è in me da tanto: portare a Torino le finali di poetry slam. Quando abbiamo iniziato a lavorare per realizzare questo progetto, noi
Atti impuri e gli amici di
Amalgama con i quali stiamo affrontando questa avventura, il Covid ci ha messo lo zampone. Sono seguiti due anni di lavoro, posticipi, tante difficoltà, riprogettazione.
Ora ci siamo,
Metronimie c’è. Abbiamo fatto nascere piccolo festival che accoglie, per questa prima edizione, il poetry slam nazionale della
Lips, con 21 slammers selezionati in tutta la penisola, 3 semifinali e una finalissima nazionale. Poi talk, un laboratorio, un ospite specialissimo come
Roberto Mercadini, una performance, presentazioni di libri… insomma, nei primi progetti c’era di più, abbiamo dovuto ridimensionare durata, proposte, ospiti, ma ci siamo. Il tempo degli occhi negli occhi, dei corpi e della poesia dal vivo, finalmente, è arrivato. Le finali stanno per realizzarsi a Torino, con il loro carico di cose belle.
Quindi venite, sosteneteci, partecipate. Il poetry slam è proprio questo: partecipazione!
Si inizia sabato, l’11, da
Tomato, alle 19. In collaborazione con
Pagina37 e Miraggi, giochiamo a
Cosa c’è a pagina 37?, è un’occasione per iniziare ad ascoltare le voci dei performer, vi raccontiamo il programma e stiamo insieme.
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, tranne dove segnalato, fino ad esaurimento posti e previa registrazione.
Qui trovate il programma generale con tutti i link per prenotarvi agli eventi.
Qui il programma
Ciao, per chi me lo sta chiedendo, ecco i prossimi corsi e laboratori previsti per inizio autunno. C’è un percorso più lungo e due workshop immersivi, dei quali uno è pensato specificamente per under 18.
Vista la situazione attuale sono tutti on line… confido di poter presto programmare qualcosa in persona personalmente.
Intanto, questi, li trovate qui.
Recentemente c’è stato un fatto di cronaca che mi ha colpita molto. Ho scritto questa poesia pensando a quel fatto, per un progetto del quale presto vi parlerò, dedicato agli ex voto. Intanto lascio qui questa poesia/riflessione.
Per grazia non ricevuta
Luglio 2021
Il titolo
Donna anziana violentata per vendetta
Il fatto
La donna (ha 91 anni)
lui (neppure venti)
per vendetta
La divinità non interviene
la cosa succede davvero
E così va guardata,
priva di grazia e cornice
il centro è il corpo della donna
lei è ogni altra
Le persone ti abitano. Più le ami, più dimorano dentro di te. A volte, questo amoroso abitare diventa una specie di assedio interiore.
Ho una casa affollata, attualmente. Stanno, persone dentro di me, con dimora stabile, molte le amo. Passano, persone, entrate per un saluto, un incrocio e poi. Restate. Nemmeno mi è chiaro l’insieme di sentimenti che provo per alcune, molte, poi, mi mancano nel corpo ed è incredibile il frastuono che può fare l’assenza. Eppure, dentro, si muovono queste persone, fanno i rumori e le voci e il disordine del vivere, fanno il respirare e il litigare, fanno lo spavento e la risata e tutte quelle cose delle persone, movimentando stanze fra passato e futuro.
Nel presente avrei veramente bisogno di riposare, ma non mi riesce di sentirmi da sola stasera e non sentire i rumori. Allora mi metto al centro della casa, persone, ascolto, ascolto: dite.
Sono stata invitata dall’Associazione Mikrà a creare un contributo per la campagna #insiemecontrolaviolenza
Ecco dunque un video in cui parlo di violenza di genere, di una poesia, di una cosa che mi è capitata e di altre cose che ci sembrano lontane e invece sono vicine.
come se fosse l’unica cosa da fare,
ti apro qualcosa che corre, pare,
verso il futuro, cerco
di essere quel tipo di genitore,
faccio questo genere di gesto
solido, previdente…
Senti, io oggi ti apro un conto corrente,
faccio un’azione duratura, rassicurante
mi tuffo nella burocrazia
ne riemergo con questa cosa, tua,
nominativa,
che poi ci peschi come ti pare
quando sarai in quel tempo laggiù
mobile, guizzante…
Adesso ti apro un conto corrente,
faccio una cosa arginante
la faccio oggi che ho paura
per quanto preme, ingrossa ed è
bellezza pura
questa vita tua che scorre
impetuosa, grande.
Ci sono due corsi in partenza, entrambi on line, entrambi per la Scuola Holden.
Il primo si intitola Oltre la superficie delle cose, parte il 3 Febbraio ed è dedicato alla scrittura in versi: leggiamo, scriviamo, smontiamo, attingiamo a ciò che i poeti dicono della propria scrittura per ragionare sulla nostra.
Il secondo, si intitola Metti la vita in versi (come il titolo di una poesia di Giudici) e parte il 4 Marzo, riguarda sempre la scrittura poetica, ma ha un taglio un pochino più laboratoriale ed è dedicato alla scrittura autobiografica.
Cliccando sui due titoli sopra trovate tuuutte le informazioni e le modalità di iscrizione.
Felice se le proposte vi piaceranno.
Non so se lo sapete ma mando a scadenza davvero random, la newsletter più incostante della storia del web.
Ci trovate dentro le newssss che mi riguardano, qualche pensiero, una proposta di scrittura e un regaletto.
Per riceverla, se ancora non siete iscritt*, basta seguire questo link e le sue semplici iscrizioni:
Poi aggiungete signoradeicalzini@gmail.com alla vostra rubrica, che è meglio.
Mentre sto scrivendo questo post, ne è in arrivo una: precisamente domani, 29 Gennaio 2021, chi la vuole la può acchiappare al volo 🙂
Ho quarant’anni
Si misurano quarant’anni di madre:
troppi
bene così
sarai stanca
ognuno ha i suoi tempi
il corpo non
avresti dovuto.
Che hai fatto in tutto questo tempo?
Ho raccolto i minuti
ho amato le ore
ho esplorato i secondi
ho riempito il baule
ho scelto le parole
ho atteso l’ora giusta, la nostra
quando è venuto il tempo di dirti:
vieni, figlio, iniziamo a giocare.
Si è appena concluso il corso lungo e denso che ho tenuto per la Scuola Holden: 8 sabati di 5 ore on line, con persone di tante regioni diverse. Come sempre un’occasione di imparare, incontrare, condividere passione, conoscenze, dubbi e un bel po’ di umana umanità nonostante la strana distanza/vicinanza dello strumento on line. Ho fatto lezione dalla pianura e dalla montagna, con Olmo che piangeva, rideva, se ne andava a spasso per i fatti suoi. Insomma, fra una lezione e l’altra è passata, come sempre, un po’ di vita.
Ringrazio chi ha fatto questo pezzettino con me e porto nella mia bisaccia di esperienze e incontri nuove voci.
Deposito qua il verso (ne abbiamo scritto uno a testa, per salutarci) che ho scarabocchiato alla fine dell’ultimo incontro. Con tanto di cancellature.
Intanto si affaccia all’orizzonte un nuovo ciclo di incontri: da fine novembre solcherò di nuovo i mari del web con un percorso on line.
Meno impegnativo come carico orario, ma spero ugualmente interessante.
Se siete interessati a imbarcarvi con me trovate tutte le informazioni necessarie
qua.
Lo scorso anno ho dato vita a questo progetto, al quale tengo tanto tanto. Poi il malefico merdissimovirus ha segnato una battuta d’arresto, ma io ho la capa tosta e ci riprovo.
Il Coro poetico riparte!
Vuoi partecipare? E’ per tutti!
PoetiCo è per adulti e ragazzi (sotto i 12 anni accompagnati da un adulto).
Non occorrono particolari abilità, solo la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e condividere con altri un’esperienza artistica, energetica e densa di parole.
Cosa si fa?
Far parte del coro poetico significa sperimentare in maniera divertente, con una guida, la
lettura ritmica ed espressiva, ad alta voce, di alcuni testi di poesia, provando, in gruppo,
variazioni di ritmo, tono, velocità, timbro. Insieme lavoreremo alla creazione di un piccolo
repertorio di testi poetici da portare al pubblico.
Calendario incontri
6, 13, 20, 27 Ottobre, 3, 10, 17, 24 Novembre, 1, 15 Dicembre 2020
Costi
€ 110 Euro + Tessera Arci per chi si iscrive entro il 6 Ottobre.
€ 100 Euro + Tessera Arci per chi si iscrive dopo il 6 Ottobre.
(La tessera Arci è necessaria, se non l’avete potete farla in loco alla prima lezione)
Iscrizioni e lezione di prova
A causa dell’attuale situazione di emergenza, per poter garantire adeguate condizioni di sicurezza, la partecipazione alle lezioni è limitata a 10 persone. Per assicurarsi il posto, meglio iscriversi!
Non sei sicuro di iscriverti ma vorresti provare?
Il 3 Ottobre, alle 17, c’è la prima lezione di prova, gratuita, fino al raggiungimento di 25 posti.
Per ragioni di sicurezza, precauzioni anti-covid, la lezione del 3 va prenotata.
Vi ricordiamo che è obbligatorio l’uso della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale
Per info, iscrizioni e prenotazioni:
apscantieri@gmail.com
Il coro poetico si realizza grazie alla sinergia con APS Cantieri!
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Se mi seguite un po’ sui socialssss, avrete forse capito che questo, per me, – oltre che per la situazione mondiale globale pandemica – è un anno veramente particolare. Qualcuno mi ha scritto: Ehi, ma che fine hai fatto? Il tuo calendario langue…
Cari miei, ecco la situazione: attualmente, mentre scrivo queste poche righe, dorme di là un piccolo tizio di 8 mesi che non vede assolutamente di buon occhio il fatto che io faccia cose diverse dall’occuparmi di lui. Capito? Questi son stati mesi di mammitudine immersiva.
Ma mentre bolle in pentola il grande progetto Asilo, che modificherà un po’ le nostre giornate, le ore che dedico a Olmo (questo il nome del ragazzetto), a me, al mondo, ecco che bollono in pentola anche altre cose: un libro, dei corsi, una mostra, (un trasloco, per non farmi mancare nulla)… pian piano, nei prossimi giorni vi dico tutto.
Voi, seguitemi intanto sui socialssss, che in questo momento funzionano meglio come cassa di risonanza di questo blog. E forse, un giorno – anzi, più probabilmente, una notte – riuscirò anche a scrivere la bellissima newsletter di inizio anno… (per riceverla, potete iscrivervi qui).
E buon settembre a tutti!
Dopo l’esperienza dei webinar che abbiamo tenuto durante la quarantena, ecco il workshop di scrittura autobiografica Nei nostri panni, ideato e condotto insieme alla amica e psicologa Elena Patris nella sua veste on line.
Ecco qua sotto di cosa tratta. Buona lettura!
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Mi sono imbattuta su Amazon nella recensione che qualcuno ha lasciato sul libro Io, Alice e il buio buio. Ne estrapolo il pezzettino che mi ha colpita: “Si tratta di un regalo per due bimbi di 5 anni. Ho letto la storia e tranne un paio di parole difficili, tutto il resto è facilmente comprensibile”.
Ecco, questa cosa delle parole difficili mi colpisce sempre. Fermo il fatto che è chiaro che una narrazione per bambini deve essere per loro comprensibile (giuro che non sto facendo polemica sulla recensione, anzi, è proprio una riflessione, questa, mia), io vorrei spezzare una lancia a favore delle “parole difficili”. Per me, l’inciampo in parole che non conoscevo, nella lettura, soprattutto da bambina, è stato un mondo di fascinazione. Me lo ricordo molto bene. Essere ammaliata del suono, dalla forma non familiare della parola, rigirarsi il vocabolo nella testa e immaginare i significati possibili. Cercare di desumere il cosa vuol dire dal testo, senza chiedere a nessuno, rotolarmi nell’alone di una parola. A me piaceva da pazzi. E mi piace tuttora
Sono strana io?
Forse.
Però non sapere è il preludio necessario al sapere. Se non si incontrano mai parole difficili, come si fa a farle proprie? Se non si impara (e non si insegna) ad amare la propria non conoscenza come possibilità di scoperta, come si fa a procedere nel conoscere?
Secondo me parole difficili, qua e là, sono pepite d’oro per i bambini e non solo.
Guardo il mio minuscolo figlio, penso a tutte le cose che non sa e pregusto il piacere di accompagnarlo in questa scoperta. Aprire con lui una parola che non conosce e mostrargli cosa c’è dentro: io non vedo l’ora. Gli auguro una vita disseminata di parole difficili. Sbaglio?