Voi ci siete mai stat3 a Bibione? Io no. Però ho tutto un immaginario balneare su Bibione che non so da dove mi viene.
Questa settimana vado e vedo.
Sarò infatti per la prima volta nella mia vita (senti come suona epico) a Bibione Sabato 2 per presentare il mitico BIPS (Bibione Poetry Slam).
Con me un sestetto, anzi, una sestina di poety che il poetry slam lo fanno con maestria: Eugenia Giancaspro, Filippo Balestra, Francesca Brotto, Katharina Wenty, Luca Cancian, Sergio Garau.
Ospite d’onore: Mr Matteo Di Genova.
Il BIPS! è inserito nel campionato Lips, è a cura del Porto dei Benandanti e si inserisce in Notturni di versi, piccolo festival della poesia e delle arti notturne.
Ci vediamo al mare!
Dopo i percorsi della passata stagione, abbiamo lavorato ancora a Nei nostri panni, il percorso di scrittura autobiografica che ho co-ideato e conduco insieme a Elena Patris.
Da settembre, il percorso riprende, con nuove tappe e in una formula a moduli, 2 on line e 1 residenziale.
Qui trovate tutte le informazioni generali. Altre, invece le potete avere scrivendoci.
Dopo aver letto tutto, se vi è venuta una voglia irresistibile di partecipare, allora forse dovreste prendere in considerazione l’idea di farlo subito 😉
Abbiamo infatti pensato una tariffa speciale per chi si iscrive entro il 31 luglio!
Mica ve la perdete, no?
Qualche post fa ho scritto di un venerno. Adesso ecco un venersì.
Venerdì 3 Giugno mi trovate a Ivrea a La grande invasione per un po’ di appuntamenti:
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Questa notte sono venuti i lupi,
usciti, credo, dalle fiabe che ti racconto,
dal luogo che siamo.
Stavano, ululando, ai piedi del letto grande.
I versi degli animali erano
irresistibili per le mie parole.
Ingenue, hanno lasciato i pensieri
e hanno vestito i suoni.
Aleggiava nella stanza una litania
spaventosa: questo non è che niente,
dicevano le mie stesse parole
e mi si stringevano addosso nel buio,
senza intenzione. Erano solo
ciò che è.
Sentivo i confini di quella piccola
cosa, piantata nella coscienza,
senza mantella rossa,
senza parole.
Quel poco che siamo
mentre i lupi stanno a guardare.
Volevo soltanto toccare
tutti i corpi che amo, sentirli respirare.
E poi sperare che saprai
stare di fronte ai lupi
se mai tu li dovessi incontrare.
(Nell’immagine Head On di Cai Guo Qian)
Abbiamo esaurito i posti per il primo ciclo di incontri e quindi abbiamo riprogrammato delle nuove date!
Riparte un nuovo ciclo di 3 incontri di laboratorio di scrittura autobiografica, con Nei nostri panni, un progetto ideato e condotto insieme alla amica e psicologa Elena Patris.
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Questa è una delle poesie che ho scritto dopo la nascita di mio figlio Olmo. Sono poesie che custodisco con un riserbo un po’ speciale, ma ha anche un senso che stiano nel mondo. Ciao, poesie, andate. Adesso ne pubblico qualcunina qui.
Parli
E adesso
abbiamo le parole.
Me le porti sulle gambe incerte
te le restituisco per benino
ti dico la parola per il mondo
la ripeto giusta, te la sistemo per il futuro
ma è la tua, storta, quella che dice
Ora sei arrivato qui
ti aspettavo da tempo
tu sei stato per me come: sospeso nel suono
E ora che ci sei
sento che frana, la mia
la parola cede al piccolo
e al grandissimo, qui
è più del silenzio
è dove sono stata
è il posto della poesia
è dove sei tu, ora
e fai le parole nuove
O è kitsch o non si fa.
Viene anche per me il momento del pizzino sui regali.
Sono dunque tenuta dal Natal system a ricordarvi che è possibile regalarmi (in forme parziali e nel rispetto delle libertà reciproche) ad amici, nemiche, parenti, serpenti, partnersss e cugini acquisiti, volendo anche a gente a caso.
🤶Ci sono i libri per grandi e piccol*
🧑🎄I corsi & laboratori di scrittura (brevi o più lunghi)
🎅Il coro poetico (per chi è a Torino o dintorni)
E tanti auguri (a voi e famiglia ça va sans dire).
Riparte un nuovo ciclo di 3 incontri di laboratorio di scrittura autobiografica, con Nei nostri panni, un progetto ideato e condotto insieme alla amica e psicologa Elena Patris.
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Una delle persone con le quali mi piace di più scherzare, ragionare, parlare è Paolo Agrati, in arte Paolo Agrati.
Abbiamo deciso che era ora di fare qualcosa insieme e dunque, ecco qui: il 16 e 17 Ottobre siamo on line, insieme, ospiti di Benbow, per un laboratorio di poesia. L’abbiamo intitolato IN&OUT, fuori e dentro i limiti della poesia.
Trovate tutte le informazioni qui.
Ditelo a tutti! Ci vediamo on line 🙂
Aprile è il mese più crudele, scriveva Eliot, Settembre, molto più prosaicamente per me, è il mese più ansiogeno.
Questo settembre 2021, contiene ansia, sì, ma anche per cose belle.
Ciao, per chi me lo sta chiedendo, ecco i prossimi corsi e laboratori previsti per inizio autunno. C’è un percorso più lungo e due workshop immersivi, dei quali uno è pensato specificamente per under 18.
Vista la situazione attuale sono tutti on line… confido di poter presto programmare qualcosa in persona personalmente.
Intanto, questi, li trovate qui.
Recentemente c’è stato un fatto di cronaca che mi ha colpita molto. Ho scritto questa poesia pensando a quel fatto, per un progetto del quale presto vi parlerò, dedicato agli ex voto. Intanto lascio qui questa poesia/riflessione.
Per grazia non ricevuta
Luglio 2021
Il titolo
Donna anziana violentata per vendetta
Il fatto
La donna (ha 91 anni)
lui (neppure venti)
per vendetta
La divinità non interviene
la cosa succede davvero
E così va guardata,
priva di grazia e cornice
il centro è il corpo della donna
lei è ogni altra
Le persone ti abitano. Più le ami, più dimorano dentro di te. A volte, questo amoroso abitare diventa una specie di assedio interiore.
Ho una casa affollata, attualmente. Stanno, persone dentro di me, con dimora stabile, molte le amo. Passano, persone, entrate per un saluto, un incrocio e poi. Restate. Nemmeno mi è chiaro l’insieme di sentimenti che provo per alcune, molte, poi, mi mancano nel corpo ed è incredibile il frastuono che può fare l’assenza. Eppure, dentro, si muovono queste persone, fanno i rumori e le voci e il disordine del vivere, fanno il respirare e il litigare, fanno lo spavento e la risata e tutte quelle cose delle persone, movimentando stanze fra passato e futuro.
Nel presente avrei veramente bisogno di riposare, ma non mi riesce di sentirmi da sola stasera e non sentire i rumori. Allora mi metto al centro della casa, persone, ascolto, ascolto: dite.
Ci sono due corsi in partenza, entrambi on line, entrambi per la Scuola Holden.
Il primo si intitola Oltre la superficie delle cose, parte il 3 Febbraio ed è dedicato alla scrittura in versi: leggiamo, scriviamo, smontiamo, attingiamo a ciò che i poeti dicono della propria scrittura per ragionare sulla nostra.
Il secondo, si intitola Metti la vita in versi (come il titolo di una poesia di Giudici) e parte il 4 Marzo, riguarda sempre la scrittura poetica, ma ha un taglio un pochino più laboratoriale ed è dedicato alla scrittura autobiografica.
Ho quarant’anni
Si misurano quarant’anni di madre:
troppi
bene così
sarai stanca
ognuno ha i suoi tempi
il corpo non
avresti dovuto.
Che hai fatto in tutto questo tempo?
Ho raccolto i minuti
ho amato le ore
ho esplorato i secondi
ho riempito il baule
ho scelto le parole
ho atteso l’ora giusta, la nostra
quando è venuto il tempo di dirti:
vieni, figlio, iniziamo a giocare.
Lo scorso anno ho dato vita a questo progetto, al quale tengo tanto tanto. Poi il malefico merdissimovirus ha segnato una battuta d’arresto, ma io ho la capa tosta e ci riprovo.
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Se mi seguite un po’ sui socialssss, avrete forse capito che questo, per me, – oltre che per la situazione mondiale globale pandemica – è un anno veramente particolare. Qualcuno mi ha scritto: Ehi, ma che fine hai fatto? Il tuo calendario langue…
Cari miei, ecco la situazione: attualmente, mentre scrivo queste poche righe, dorme di là un piccolo tizio di 8 mesi che non vede assolutamente di buon occhio il fatto che io faccia cose diverse dall’occuparmi di lui. Capito? Questi son stati mesi di mammitudine immersiva.
Ma mentre bolle in pentola il grande progetto Asilo, che modificherà un po’ le nostre giornate, le ore che dedico a Olmo (questo il nome del ragazzetto), a me, al mondo, ecco che bollono in pentola anche altre cose: un libro, dei corsi, una mostra, (un trasloco, per non farmi mancare nulla)… pian piano, nei prossimi giorni vi dico tutto.
Voi, seguitemi intanto sui socialssss, che in questo momento funzionano meglio come cassa di risonanza di questo blog. E forse, un giorno – anzi, più probabilmente, una notte – riuscirò anche a scrivere la bellissima newsletter di inizio anno… (per riceverla, potete iscrivervi qui).
E buon settembre a tutti!
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Mi sono imbattuta su Amazon nella recensione che qualcuno ha lasciato sul libro Io, Alice e il buio buio. Ne estrapolo il pezzettino che mi ha colpita: “Si tratta di un regalo per due bimbi di 5 anni. Ho letto la storia e tranne un paio di parole difficili, tutto il resto è facilmente comprensibile”.
Ecco, questa cosa delle parole difficili mi colpisce sempre. Fermo il fatto che è chiaro che una narrazione per bambini deve essere per loro comprensibile (giuro che non sto facendo polemica sulla recensione, anzi, è proprio una riflessione, questa, mia), io vorrei spezzare una lancia a favore delle “parole difficili”. Per me, l’inciampo in parole che non conoscevo, nella lettura, soprattutto da bambina, è stato un mondo di fascinazione. Me lo ricordo molto bene. Essere ammaliata del suono, dalla forma non familiare della parola, rigirarsi il vocabolo nella testa e immaginare i significati possibili. Cercare di desumere il cosa vuol dire dal testo, senza chiedere a nessuno, rotolarmi nell’alone di una parola. A me piaceva da pazzi. E mi piace tuttora
Sono strana io?
Forse.
Però non sapere è il preludio necessario al sapere. Se non si incontrano mai parole difficili, come si fa a farle proprie? Se non si impara (e non si insegna) ad amare la propria non conoscenza come possibilità di scoperta, come si fa a procedere nel conoscere?
Secondo me parole difficili, qua e là, sono pepite d’oro per i bambini e non solo.
Guardo il mio minuscolo figlio, penso a tutte le cose che non sa e pregusto il piacere di accompagnarlo in questa scoperta. Aprire con lui una parola che non conosce e mostrargli cosa c’è dentro: io non vedo l’ora. Gli auguro una vita disseminata di parole difficili. Sbaglio?
Come vi avevo scritto, è in partenza alla Scuola Holden un nuovo percorso di scrittura. Ma la diffusione del kattivissimo Coronavirus (rompiballe e appiccicoso) ci impone prudenza, quindi la data di inizio del corso è spostata e il calendario variato rispetto a quanto precedentemente comunicato.
Qui trovate tutte le date nuove nuovissime.
Sperando che queste bestiacce, nel frattempo, si facciano una vita loro e smettano di interferire con la nostra.
Ho passato la mia infanzia fra tagli e stoffe e chiacchiere di donne: mia nonna faceva la sarta e il filo del cucito è rimasto nella mia vita, ripreso da mia sorella, creatrice di abiti a sua volta.
Alcune volte all’anno io e le mie amiche ci troviamo per scambiarci abiti che noi non vogliamo mettere più. E’ un momento di festa, vitale, in cui, attraverso lo scambio giocoso, passano pezzi di vita, nuove possibilità di essere, anche attraverso il passaggio di un abito da un corpo a un altro, da una esistenza all’altra.
Infine la scrittura, come generatore di narrazioni differenti, forma che ci consente di dare nuove forme alle nostre vite.
Io e Elena Patris, amica e psicologa, abbiamo intrecciato questi e altri fili per tessere il workshop di scrittura autobiografica che proponiamo, in questa sua terza edizione, a Torino, l’8 marzo.
Qui sotto tutte le informazioni per capire di cosa si tratta e come iscriversi.
NEI NOSTRI PANNI
Quali sono i nostri panni? Quanti sono?
Ci piacciono ancora tutti?
Ci vanno ancora bene?
C’è qualcosa che vorremmo cambiare?
C’è qualcosa che teniamo nel cassetto per quando arriverà il suo
momento?
In questo laboratorio di narrazione autobiografica cercheremo di aprire i nostri armadi, intesi come repertori di possibilità, e di dare spazio alle domande: lo faremo attraverso la narrazione, la scrittura individuale e il confronto all’interno del gruppo, in un rapporto circolare tra raccontare e ascoltare storie, in un dialogo con l’altro in cui dare valore alle narrazioni e costruirne di nuove.
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Come ogni anno, da qualche anno, la Scuola Holden accoglie i miei laboratori. Quest’anno inauguriamo una novità, il percorso di scrittura in versi non sarà in orario serale, ma sarà concentrato in 4 weekend intensivi, una volta al mese, da marzo a giugno. Il laboratorio si intitola OLTRE LA SUPERFICIE DELLE COSE e qui sotto vi racconto di che si tratta. Tutte le info per iscriversi, sono qui, cliccate e saprete tutto.
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Forse vi sarete accorti che questo blog langue un po’. La vera verità è che è un blog in maternità: il 2 gennaio è nato Olmo, che è attualmente un concentrato di vita di poco più di tre chili, un dado di persona, in divenire. Rileggo in questi giorni, mentre lo guardo e lo conosco, versi che ho scritto durante la gravidanza. Eccone qui qualcuno, una poesia che racconta di quando lo spiavamo di nascosto.
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